Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Svaligiata la casa dell’ex segretario leghista: mai affrontare i ladri
Villorba, rubati soldi e tre pistole dalla casa di Gian Paolo Gobbo
TREVISO «Ho dato l’allarme: mai affrontare i ladri». Lo consiglia l’ex segretario della Lega Nord, Gian Paolo Goggo: la sua casa è stata svaligiata.
VILLORBA (TREVISO) «Appena ho capito che in casa c’erano i ladri non ho esitato: ho chiuso la porta e mi sono allontanato chiamando i carabinieri. In questi casi mai tentare di difendersi da soli, è troppo pericoloso, meglio lasciare che intervenga chi è preparato a farlo».
A parlare è Gian Paolo Gobbo leader storico della Lega Nord, vittima nei giorni scorsi di un furto nella sua abitazione a Fontane di Villorba, nel Trevigiano. È stato presidente e segretario nazionale della Liga Veneta-Lega Nord e sindaco di Treviso dal 2003 al 2013, e oggi sembra distante dalle posizioni sulla legittima difesa che sono una delle cifre distintive del Carroccio. Ma Gobbo, politico e amministratore esperto, non ha paura delle sue convinzioni, che ripete con fermezza: «In queste situazioni ci si trova davanti a criminali professionisti che non hanno paura di niente, e affrontarli è pericoloso. Possono picchiarti, minacciarti o peggio. Meglio lasciar perdere e chiedere aiuto». E così ha fatto giovedì sera quando, rientrando a casa dopo essere uscito per una breve commissione, ha capito che era in corso una razzia nel suo appartamento al primo piano. E ha evitato di trovarsi faccia a faccia con i malviventi: «Appena aperta la porta ho visto che c’era della fuliggine a terra, vicino a una delle due casseforti e ho sentito chiaramente che c’era qualcuno nelle stanze. Non ho pensato nemmeno un minuto di affrontarli, ho invece richiuso la porta e chiamato i carabinieri».
Intanto i ladri fuggivano con tre pistole che Gobbo deteneva legalmente a uso sportivo (è da molti anni iscritto al poligono di tiro), oltre duecento proiettili, alcuni gioielli e circa seimila
” Quando ho capito che c’erano i ladri, ho richiuso la porta e dato l’allarme
euro in contanti. L’ex sindaco si dice provato: «Sono episodi difficili da accettare, ma devo dire che i carabinieri e il sindaco Marco Serena mi sono stati vicini. Resta l’amarezza perché nella mia zona non ci sono le telecamere, che avrebbero potuto aiutare per individuare i responsabili».
Il tema della videosorveglianza per Gobbo è sensibile: negli anni in cui era primo cittadino, in tutta la Provincia sono fiorite convenzioni e iniziative per dotare il territorio di sistemi di videosorveglianza. L’obiettivo era la sicurezza dei cittadini, che è tuttora uno dei cavalli di battaglia della Lega che in provincia di Treviso registra quasi un en plein di primi cittadini. Insieme a quello del potenziamento delle forze dell’ordine. Ma quello di Gobbo non è un j’accuse al partito di cui è stato un leader storico: «In questa vicenda sono parte lesa ma sono il primo a riconoscere che, se i comuni non hanno risorse, questi interventi non si possono fare. Così come è impensabile che ci sia una pattuglia di carabinieri o polizia ogni cinque condomini. Quel che serve sono politiche immigratorie e leggi più incisive». E qui torna a ruggire l’animo padano: «Il problema sono le frontiere aperte conclude l’ex sindaco di Treviso - c’è troppo permissivismo e così, soprattutto da Est, arrivano queste bande organizzate che scelgono il nostro Paese per un motivo ben preciso. Le nostre leggi non spaventano. I malviventi sanno che tanto, anche in caso di cattura, dal carcere usciranno rapidamente. Servono leggi più chiare e pene più ferree come negli altri Paesi europei».
” Meglio evitare di affrontare i criminali, potrebbero farci del male