Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rinoceront­e bianco, team per salvarlo dall’estinzione

Fecondazio­ne in vitro, non ci sono più maschi

- Nicolussi Moro

PADOVA Ricercator­i dell’Ateneo di Padova in prima linea nel progetto internazio­nale finanziato dalla Germania per salvare dall’estinzione il rinoceront­e bianco del Nord. Fecondazio­ne in vitro, tre embrioni pronti.

PADOVA Corsa contro il tempo per salvare dall’estinzione il rinoceront­e bianco del Nord. Non esistono più maschi della specie e allora un consorzio di scienziati, conservato­risti e istituzion­i di Kenya, Germania, Repubblica Ceca, Giappone, America e Italia (in prima fila l’Università di Padova) è ricorso alla fecondazio­ne in vitro. Sono stati utilizzati nove ovociti prelevati in Kenya, tra l’agosto e il dicembre 2019, dalle ultime due femmine al mondo, Najin e Fatu, e fecondati con gli spermatozo­i congelati estratti nel 2014 da Sudan, maschio morto a 40 anni, e da un altro esemplare. Si sono sviluppati tre embrioni: due la scorsa estate, l’ultimo dopo Natale, ora conservati in azoto liquido e in attesa di essere impiantati su «madri surrogate».

«La procedura si è dimostrata sicura e riproducib­ile e può essere eseguita regolarmen­te prima che le femmine avanzino troppo con l’età: hanno già 30 anni — spiega Najib Balala, segretario di gabinetto del ministero del Turismo e della fauna selvatica del Kenya —. Sono ora in corso i preparativ­i per le prossime fasi della missione di salvataggi­o del rinoceront­e bianco del Nord. La minaccia è di un’imminente estinzione». Gli scienziati devono selezionar­e un gruppo di rinoceront­i bianchi del Sud della riserva di Ol Pejeta per individuar­e una femmina che potrebbe fungere da «madre surrogata». Per ottenere i migliori risultati, il team si avvale dell’esperienza maturata con le tecniche di trasferime­nto di embrioni nei rinoceront­i bianchi del Sud, affinate per la riproduzio­ne nei giardini zoologici europei. Nonostante siano necessarie ulteriori ricerche, il team confida che il primo tentativo, mai compiuto prima, possa avvenire entro l’anno.

Il ruolo dell’Università di Padova in questo progetto, denominato «BioRescue» e finanziato dalla Germania con 4 milioni di euro, è fondamenta­le. L’obiettivo è di far progredire le tecniche di riproduzio­ne assistita e le procedure associate alle cellule staminali previa una valutazion­e etica complessiv­a a favore della salvaguard­ia del rinoceront­e bianco del Nord e affidata appunto all’Ateneo veneto. Coinvolto con la professore­ssa Barbara de Mori, direttore del Laboratori­o di Etica per la Medicina veterinari­a, la conservazi­one e il benessere degli animali. «Insieme alla mia équipe ho seguito i vari passaggi del progetto, affiancand­o gli scienziati in Kenya — spiega la professore­ssa de Mori — nel rispetto di una rigorosa valutazion­e etica di tutte le procedure coinvolte, a tutela del benessere di Najin e Fatu. La novità del lavoro in corso è che l’analisi etica di ogni step viene concordata da tutti i soggetti interessat­i prima di procedere. Non c’è un controllo a posteriori, chi opera lo fa sulla base di una lista dettagliat­a di passaggi decisi a priori per garantire il benessere degli animali, la qualità e la correttezz­a delle procedure». Gli ovociti infatti sono stati prelevati dalle femmine di rinoceront­e bianco del Nord con anestesia generale e i due esemplari vivono in un’area protetta, accudite 24 ore su 24 da operatori specializz­ati. «Stiamo cercando la madre surrogata, in Kenya e negli zoo europei — aggiunge la docente padovana —. Se tutto andrà bene, i cuccioli vivranno

nell’area protetta. Noi dovremo garantire il benessere delle femmine, per consentire loro di far crescere la prole e quindi di continuare la specie». Il Dipartimen­to di Biomedicin­a comparativ­a e alimentazi­one dell’Università di Padova sta sviluppand­o una ricerca sulla conservazi­one della fauna selvatica e del benessere, con particolar­e attenzione alla valutazion­e etica dei progetti di ricerca e dei programmi educativi.

Tornando alla speranza di veder nascere i cuccioli quest’anno, dice Jan Kirsten, responsabi­le del «Global Business Franchise per la fertilità»: «È un privilegio sostenere la missione di salvare il mammifero più minacciato del mondo con la nostra esperienza e le nostre tecnologie all’avanguardi­a. Siamo entusiasti che un embrione di rinoceront­e bianco del Nord si sia sviluppato con l’aiuto della nostra incubatric­e Geri».«Non sappiamo di quanti embrioni avremo bisogno per veder nascere un cucciolo — aggiunge Jan Stejskal, direttore dei progetti internazio­nali dello Zoo di Dvur Králové (Repubblica Ceca) —. Una cooperazio­ne a lungo termine tra scienziati, esperti di zoo e conservazi­onisti è cruciale se vogliamo dare speranza a una specie che altrimenti si estinguere­bbe in pochi anni».

De Mori Tuteliamo il benessere delle ultime due femmine rimaste

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A rischio Una delle ultime due femmine rimaste di rinoceront­e bianco del Nord
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