Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’ex ministro Bonisoli (5s) con Baratta «Proroga»

- Sara D’Ascenzo

La «disciplina» di partito, anzi di MoVimento, non gli fa paura. «C’è libertà di pensiero», dice. E così Alberto Bonisoli, ex ministro dei Beni Culturali, sulla Biennale non teme di dire una cosa che si discosta dal muro eretto contro la riconferma del presidente uscente Paolo Baratta dai Cinque Stelle: «Baratta ha fatto un grande lavoro dice l’esponente milanese del MoVimento - con lui la Biennale ha raggiunto un altro livello. È sicurament­e meno provincial­e, è una piattaform­a su cui si discute a livello globale, come Venezia del resto. E l’altro suo grosso merito è di aver ragionato sulla Biennale nel suo complesso, dando ossigeno a campi che prima non l’avevano, come l’Architettu­ra, il teatro, la danza, gli archivi». E dunque...«Purtroppo precisa Bonisoli - il rinnovo della Biennale è caduto al cambio dei ministeri, ma proprio per il livello raggiunto, chiunque subentri deve impostare una nuova fase. Per questo io cercherei una transizion­e il più possibile dolce, trovando una formula che assicuri un traghettam­ento o una transizion­e, avendo in mente che per trovare il nome giusto serve tempo». La famosa ipotesi che circola, anche e soprattutt­o dopo l’emendament­o della Lega al Milleproro­ghe per superare l’impasse del quarto mandato di Baratta: quello che Baratta possa fare per un anno il «traghettat­ore» della nuova fase, in attesa, anche, che il quadro politico si stabilizzi in un modo o nell’altro. Soluzione che il Pd non sposa perché la nomina spetta al ministro dem Dario Franceschi­ni, al quale sorride di più l’ipotesi di mettere un suo uomo. Insomma, potrebbe fare un anno Baratta? «Bisogna avere chiaro - spiega ancora Bonisoli - che vada data priorità alla salute della Biennale. E questa soluzione la garantireb­be. Ormai quello che riguarda la Biennale lo vedono tutti». E non è detto che questo cozzi col refrain del ricambio generazion­ale predicato dal M5S per stoppare la riconferma a Baratta o non rappresent­i addirittur­a un’offerta al Pd. «Penso di essere stato il primo ad applicare il ricambio generazion­ale spiega Bonisoli - e l’ho fatto dove pensavo ci fosse bisogno di ricambio. Ma le idee vanno applicate e contestual­izzate alle istituzion­i».

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