Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Bretella dell’Albera pronta entro l’anno»
Vertice Comune-Anas per accelerare i lavori: «Chiuderemo con 5 mesi di ritardo». L’impresa sarà monitorata
VICENZA L’obiettivo è passare dal 20 per cento di opera realizzata al 100 per cento - cioè tutta - entro la fine dell’anno, con un ritardo sulla carta di 5 mesi dalla data prevista. E questo (anche) attraverso le garanzie chieste alle imprese che lavorano al cantiere e a un «tavolo di monitoraggio periodico» che viene istituito in Provincia. Vicenza accende un faro per far luce sullo stato di avanzamento dei lavori della variante alla strada provinciale 46 «del Pasubio», ovvero la bretella dell’Albera. Un’opera attesa da quasi quarant’anni in città e in provincia ma i cui lavori, affidati al consorzio «Integra-Csi» (Consorzio Stabile Infrastrutture, ndr.) di Bologna, procedono a rilento.
Proprio lo stato di avanzamento del cantiere ieri è stato al centro del vertice tra Comune, Provincia e tecnici di Anas (gestore della rete stradale italiana e titolare della progettazione dell’opera), in presenza del presidente di Palazzo Nievo, Francesco Rucco, e della vice, Maria Cristina Franco, ma anche degli assessori comunali Matteo Celebron (Lavori Pubblici) e Mattia Ierardi (Infrastrutture) e degli ingegneri Antonio Marsella e Davide Pistolato per Anas. L’incontro ha portato a una decisione: Comune, Anas e Provincia istituiranno un momento periodico di confronto, che una volta al mese aggiornerà le istituzioni locali sull’andamento dei lavori e «per definire gli interventi necessari alla gestione del traffico - spiega Rucco - una volta che i lavori interferiranno con la viabilità esistente». Scenario, quest’ultimo, che si prospetterà a breve, visto che già in primavera è previsto l’inizio dei lavori per la realizzazione del viadotto, che non sarà interamente in calcestruzzo ma prevede anche dotazioni in acciaio, in virtù di precisi dettami di Anas giunti dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova. Scongiurato un aggravio dei costi, che secondo gli stessi tecnici si fermerà a quota 2,3 milioni di euro in più rispetto al conto economico originale - circa
90 milioni di euro - e tutti spesi per le opere di mitigazione ambientale e per la cura dei
27 siti archeologici ritrovati, quasi tutti «archiviati».
Dunque le tempistiche: l’incontro di ieri ha portato a una previsione di fine lavori per dicembre 2020, cioè con 5 mesi di ritardo rispetto alla data di agosto 2020 prevista all’avvio del cantiere. Non arrivano conferme, però, in merito al rischio paventato dal comitato dell’Albera di «rescissione del contratto con le aziende»: da Anas fanno sapere che «la ditta ha garantito la regolarità delle lavorazioni» ma che verranno svolte «puntuali verifiche».