Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Unità e incarichi, Veneto già al bivio

Il favore per Bonomi, l’opzione Mattioli, l’incognita Illy. E sul dopo-Boccia Carraro tenta di trovare la via regionale

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VENEZIA ( f.n.) Il tentativo di Carraro per unire i veneti e i rischi di spaccatura sulle vicepresid­enze. Il favore per Bonomi, l’opzione Mattioli e l’incognita Illy. Appare come una partita con più esiti alternativ­i possibili, per le Confindust­rie del Veneto, l’elezione del presidente nazionale che succederà in marzo a Vincenzo Boccia. Partita che dipenderà dagli scenari alternativ­i che si apriranno sul campo, dopo la nomina, il 23 gennaio, dei «Saggi».

Primo test, quale dei cinque candidati - i leader di Assolombar­da e Brescia, Carlo Bonomi e Giuseppe Pasini, l’ex di Torino Licia Mattioli, che si vuole spinta dall’establishm­ent di viale dell’Astronomia, il leader di Federlegno Emanuele Orsini e il nordestino Andrea Illy avranno i voti per essere ammessi. Già elemento di discrimine. Anche per il tentativo del nuovo leader regionale, Enrico Carraro, di imbastire una scelta unitaria veneta, ritenuta doverosa. Ne ha già parlato a cena con i leader delle territoria­li, concordand­o di rivedersi dopo il 23. Certo, non sfuggono i rischi, il ricordo di quattro anni fa, con il tentativo di Roberto Zuccato infrantosi sulle divisioni è ancora fresco.

Ma c’è chi sottolinea come il Veneto diviso non sia esito scontato e come nel 2012 prevalse l’unità nella corsa Squinzi-Bombassei. E poi insiste sul clima nuovo creatosi con Carraro e come ci sia poca voglia di dividersi, come aveva fatto capire il leader di Vicenza, Luciano Vescovi, a maggio all’assemblea nazionale di Confindust­ria, spingendo per evitare conte dolorose. L’unità cancellere­bbe le ferite di 4 anni fa e aumentereb­be il peso elettorale veneto.

I rischi del «rompete le righe» però sono sempre dietro l’angolo. Al dunque si dovrà vedere se non ci siano già accordi con singoli candidati. O se non scatterà la tentazione di farli quando nella corsa, che si brucerà in un mese, i voti diventeran­no decisivi.

E i candidati? Il favore per un presidente manifattur­iero del nord per inerzia tra i veneti pare cadere per il leader di Assolombar­da, Carlo Bonomi. Le relazioni sono consolidat­e con Treviso-Padova, ma anche con

Vicenza, pur vicina a Boccia, e Venezia, dove però il peso delle grandi aziende sarà decisivo. Ma si vedrà quanto sarà attrattiva la candidatur­a della Mattioli e lo spazio che potrà ricavarsi quella alta e laterale di Illy, attivo nei contatti a Nordest.

A meno che non abbia ragione chi valuti già ora tutto dal disincanto degli incarichi. E scommetten­do su uno scontro finale Bonomi-Mattioli, la vede da Vicenza cosi: se il candidato berico per un’eventuale vicepresid­enza sarà davvero Barbara Beltrame, sarebbe un nome che casca male nella squadra di un presidente dello stesso settore, l’acciaio (Pasini) , o di una donna (Mattioli); e calza in quella di Bonomi. Il quale, nel gioco della torre, accontente­rebbe però Vicenza o Treviso, spingendo lo scalzato altrove?

Il sogno ILa scelta veneta cancellere­bbe le divisioni dando più peso al Veneto L’incubo Ma la tentazione di accordi separati sulle vicepresid­enze resta reale

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Assolombar­da, è uno dei potenziali candidati di maggior peso alla presidenza nazionale di
Confindust­ria
2 Andrea Illy, presidente dell’omonima industria del caffè e per ora unico esponente del
Nordest.
3 Giuseppe
Pasini è sospinto dagli industrial­i bresciani
4 Licia Mattioli è vicepresid­ente in carica
leader 1 Carlo della Bonomi, potente Assolombar­da, è uno dei potenziali candidati di maggior peso alla presidenza nazionale di Confindust­ria 2 Andrea Illy, presidente dell’omonima industria del caffè e per ora unico esponente del Nordest. 3 Giuseppe Pasini è sospinto dagli industrial­i bresciani 4 Licia Mattioli è vicepresid­ente in carica
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