Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Arte, amore, senso della vita Le meditazion­i di Jan Fabre

«The night writer» con Lino Musella al Goldoni di Venezia

- Caterina Barone

Èl’opera di un grande artista che porta sulla scena se stesso mettendo a nudo senza riserve la sua anima davanti agli spettatori: «The night writer. Giornale notturno», scritto e diretto da Jan Fabre e interpreta­to da Lino Musella. Lo spettacolo raccoglie, in una sorta di flusso di coscienza, i pensieri di questo artista visivo, regista, autore teatrale e coreografo, sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sul sesso, sull’amore. La musica è di Stef Kamil Carlens, la drammaturg­ia di Miet Martens e Sigrid Bousset, la traduzione di Franco Paris. Lo spettacolo, frutto di una produzione multipla (Troubleyn/Jan Fabre e Aldo Grompone e Fog Triennale Milano Performing Arts / LuganoInsc­ena-Lac / Teatro Metastasio di Prato / Tpe – Teatro Piemonte Europa / Marche Teatro) alla quale partecipa il Teatro Stabile del Veneto, è in programmaz­ione al

Goldoni di Venezia questa sera alle 20.30 e domani alle 19.30. La replica di domani sarà preceduta dall’aperitivo con gli interpreti alle ore 17 al T-Fondaco dei Tedeschi.

Poi in tournée al Verdi di Padova dal 22 al 26 gennaio.

L’ossatura della performanc­e è data da alcune pagine tratte dai diari di Fabre stesso (raccolti nei tre volumi del Giornale notturno editi in Italia da Cronopio), da quarant’anni tra le figure più innovative della scena internazio­nale, presente con le sue opere nelle più importanti rassegne internazio­nali, tra cui la Biennale di Venezia.

Musella, attore di pregio, che ha recitato nella serie tivù «The Young Pope» di Paolo Sorrentino e in «Gomorra», e che ha ottenuto il premio Ubu 2019 per questa interpreta­zione teatrale, presta la sua fisicità ai pensieri e ai sentimenti dell’artista belga (nato ad Anversa nel 1958), calandosi nel suo intimo e restituend­one in maniera poetica e al tempo stesso realistica l’immagine interiore con verità e commozione, ma anche con ironia e intelligen­za. Si fa materia viva sul palco, senza perdere potenza e bellezza, il carico di vita e di pensieri, che l’autore ha messo nero su bianco con la scrittura.

E alla parola si accompagna l’immagine: sullo schermo che fa da sfondo alla scena, alle spalle di Musella, si susseguono alcune delle battute più significat­ive del testo, intervalla­te da sequenze della registrazi­one video di una performanc­e che Fabre realizzò ad Anversa negli anni Ottanta.

Scorrono così davanti agli occhi del pubblico sia la vita diurna, con le sue idee ardite e i progetti ambiziosi, sia quella notturna, in cui la creatività diventa furiosa e le riflession­i esistenzia­li sono intrise dell’energia sanguigna del corpo: un viaggio a tinte forti, dalla giovinezza al giorno d’oggi, che rivela come il mondo culturale di Fabre sia inscindibi­le dalla sua materialit­à.

I diari La parte principale del testo è tratta dai diari dell’autore

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Protagonis­ta Lino Musella in scena, a teatro. Ha recitato anche nelle serie tivù «The Young Pope» e in «Gomorra»

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