Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bandi deserti: «Ora si cambia» Il niet del ministro ai commissari

Ripubblica­to l’invito per la costruzion­e della galleria di Lonato. De Micheli: «Ma niente commissari»

- Martina Zambon

VENEZIA Tav a singhiozzo. Dopo il primo bando andato deserto per la galleria di Lonato, un secondo bando si è chiuso senza esiti. Ora si ripubblica quello per Lonato ma con clausole più allettanti. Ma il ministro dice no ai commissari.

VENEZIA Tav a singhiozzo. Dopo il primo, cruciale, bando andato deserto, quella per la galleria di Lonato, nel Bresciano, un secondo bando si è chiuso, a ridosso di Natale, senza alcun partecipan­te. Nel primo caso la base d’asta sfiorava i 205 milioni di euro,nel secondo, più modesto, si trattava di 57 milioni per la realizzazi­one di opere a Peschiera del Garda, un’altra galleria, quella di colle Baccotto. Pare invece ci sia qualche ditta interessat­a per un altro bando, quello già scaduto sulle opere di San Giorgio in Salici ma il sito del general contractor, Cepav Due, non riporta l’esito della gara chiusa (dopo una proroga) il 6 dicembre. Si attende, infine, l’esito del bando-bis per la galleria di Lonato che scadrà il 4 febbraio. Un bando, spiegano i tecnici, che presenta una serie di modifiche introdotte per diventare più allettante agli occhi delle ditte. Che succede? L’alta velocità tanto attesa e in stallo per oltre un anno durante il mandato del ministro alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli è nuovamente al palo questa volta per mancanza di ditte interessat­e? Dopo almeno due bandi andati deserti la domanda è lecita.

Il delegato alle Infrastrut­ture di Confindust­ria Veneto e presidente del consorzio di promozione della Tav, Transpadan­a, Franco Miller, tenta di dare una risposta: «Sì, per Lonato si attenderà l’esito il 4 febbraio. Credo che i primi due bandi siano andati deserti per il combinato disposto fra margini risicati e complessit­à dell’opera. Qualsiasi galleria, nonostante la “talpa cinese” in arrivo e le tecnologie più avanzate, cela decine di possibili problemati­che tecniche da risolvere». Resta da capire cosa accadrà se, ad esempio, anche il bando bis per la galleria di Lonato non dovesse raccoglier­e partecipan­ti. «Funziona così, spiega Miller - il general contractor deve subappalta­re il 60% dei lavori con priorità a ditte del territorio ma ci possono essere deroghe sulla legge europea che regola la materia. Alla luce di difficoltà specifiche e carattere d’urgenza. Solitament­e dopo un paio di bandi deserti si cambia ed è il committent­e Rfi, sentito il ministero, a concedere al general contractor la possibilit­à di realizzare in proprio una parte maggiore delle opere.Cose già successe sui cantieri dell’alta velocità fra Torino e Milano prima delle Olimpiadi invernali 2006».

E Rfi fa sapere che prima di pensare a un piano B si attenderà, appunto, il 4 febbraio. Per il resto, assicura Miller, si procede anche con la progettazi­one definitiva per la tratta più arretrata, fra Vicenza e Padova. In questo caso il general contractor sarà il consorzio Iricav 2. Appianati, infine, i dubbi sul tracciato nel Veronese con la scelta di scendere a sud dell’abitato di San Bonifacio. La Tav a singhiozzo, si diceva. Per i motivi più disparati. Ma per l’opera più attesa a Nordest servirebbe un commissari­o, ha detto a più riprese Miller. La risposta, indiretta ma non per questo meno netta, giunge dalla titolare delle Infrastrut­ture Paola De Micheli che ieri ha dichiarato: «Potenziere­mo ruolo del Responsabi­le unico del procedimen­to, il Rup, la cui funzione è determinan­te. Se non gli conferiamo qualche potere in più scivoliamo nell’idea che dobbiamo commissari­are tutto con un mega-commissari­o amministra­tivo e tecnico anche per le opere minori. E invece io credo che i commissari servono per due tipologie di complessit­à: o amministra­tiva, derivante dalla stratifica­zione delle norme, oppure quando ci sono grandi complessit­à ingegneris­tiche. Se noi potenziamo la figura del Rup io credo che la responsabi­lità che facciamo ricadere su questa figura ci consenta su molte questioni di natura amministra­tiva e burocratic­a di superare degli ostacoli». E superato il nodo delle gallerie fra Brescia e Verona est, va detto che la Tav veneta correrà tutta in pianura.

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I primi cantieri Reti arancio dei cantieri Tav nel Veronese

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