Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’algerino che aggredì un agente scortato in una struttura protetta
Non ha rispettato la libertà vigilata, la polizia lo ha portato in una residenza dove sconterà la sua pena. Nel 2016 picchiò un vigile alla fermata del bus
BASSANO Finirà di scontare l’anno di libertà vigilata che ancora gli rimane nel Veronese, in una residenza per l’espiazione delle misure di sicurezza Wael Bouralha, italoalgerino che oggi ha 22 anni, residente a Bassano, che l’11 marzo 2016 aveva aggredito con violenza inaudita l’agente di polizia locale Claudio Fabbro, sferrandogli con un pugno in pieno viso che gli aveva provocato lo scoppio del bulbo oculare e il danneggiamento della retina. La decisione è arrivata nelle scorse ore dopo che il giovane era stato sorpreso in più occasioni ad evadere l’obbligo di permanenza nella propria abitazione dalle 22 alle 6, imposti dal giudice. Wael Bouralha, nel marzo del 2018 era stato assolto perché non imputabile: una perizia psichiatrica lo aveva giudicato, al momento dei fatti, totalmente infermo di mente e incapace di stare in giudizio. Considerata la sua pericolosità sociale era stata però stabilita la misura della libertà vigilata, trasformata ora in obbligo di residenza in un centro «Rems» che hanno sostituito i manicomi criminali. La misura cautelare è stata messa in atto nelle scorse ore dagli agenti del commissariato di Bassano che l’hanno prelevato dalla sua casa e portato nel centro veronese. Qui, come indicato in sede di assoluzione dal magistrato, Bouralha verrà costantemente e vigilato e pertanto, oltre a rispettare il divieto di assumere alcol e droga, dovrà continuare a sottoporsi ai trattamenti terapeutici e farmacologici disposti dal centro di salute mentale dell’Usl.
Sulla pericolosità sociale di Wael Bouralha, non ci sono mai stati dubbi, specie dopo i fatti del 2016. L’11 marzo di quell’anno l’italoalgerino aveva prima seminato il panico tra i passeggeri di un autobus fermo in via Chilesotti, poi si era accanito contro l’agente di polizia locale che, di passaggio dalle parti della stazione, non aveva esitato nemmeno un attimo ad intervenire in aiuto dell’autista del mezzo pubblico, minacciato e insultato dal giovane. Una rabbia senza freni quella di Bouralha che si è scagliato contro Fabbro colpendolo in volto e provocandoli danni irreversibili ad un occhio.
Sottoposto ad una serie di interventi chirurgici e a diverse terapie, l’agente di polizia è tornato da tempo in servizio e in più occasioni e da più parti si è visto riconoscere la generosità e l’eroismo del suo gesto. Numerosi, infatti, ad oggi sono i primi che gli sono stati conferiti: dopo l’ encomio arrivato del consiglio comunale di Bassano, dall’allora sindaco Riccardo Poletto e dall’assessore alla sicurezza Angelo Vernillo, Claudio Fabbro, è stato insignito anche del «Premio caschetto d’oro» durante la celebrazione comunitaria delle polizie locali del Triveneto. A riconoscerne il coraggio è stata anche la Regione con la «Medaglia d’oro per meriti speciali» per «alto senso del dovere, coraggio non comune ed esemplare senso civico» come ha ricordato in sede di premiazione ufficiale Venezia l’assessore Cristiano Corazzari. Ultimo in ordine di tempo, invece, il riconoscimento assegnato dal Lions club «Da Ponte» che ha consegnato all’agente bassanese il riconoscimento «Melvin Jones».