Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Smog, 846 giorni «neri» in dieci anni
Legambiente esamina (e boccia) l’aria di Vicenza: «Finora adottati solo palliativi»
VICENZA Come fossero due anni consecutivi (e più) con aria fuorilegge. A tanto ammontano, a Vicenza, dieci anni di analisi sullo smog, secondo il rapporto «Mal’aria» divulgato ieri da Legambiente. L’associazione, esaminando i dati Arpav, ha calcolato 846 giorni di polveri sottili oltre la soglia, dal 2010 al 2019. Un dato che si associa al record di sforamenti dello scorso anno. L’associazione: «Le misure adottate finora sono solo palliativi emergenziali».
VICENZA La città veneta con il più alto numero di sforamenti per polveri sottili e ozono del 2019 e pure quella con il più alto numero di giorni di sforamento negli ultimi dieci anni. In tema di smog, Vicenza non ha rivali in Veneto. E neppure molti in Italia. A consegnare il triste primato alla città del Palladio è il dossier «Mal’aria di città 2020» redatto da Legambiente, che ogni anno mette in fila le città capoluogo sulla base dei dati registrati dalle centraline ambientali che monitorano l’inquinamento atmosferico.
In pianura padana i temi sono quelli dello smog, cioè polveri sottili, e dell’ozono, che incidono sulla qualità dell’aria respirata in moltissime città. Ma c’è un dato, quest’anno, che per la prima volta arricchisce l’analisi di Legambiente e che per Vicenza è foriero di cattive notizie, ovvero il trend dell’inquinamento atmosferico degli ultimi dieci anni. L’associazione ha infatti considerato il lasso di tempo 2010-2019 con la campagna «Pm10 ti tengo d’occhio», registrando una riduzione generale del tasso di polveri sottili nell’aria nel corso del tempo ma redigendo anche la classifica delle città che più hanno collezionato sforamenti della soglia di legge fissata a 50 microgrammi per metro cubo d’aria. E qui Vicenza si conquista il quinto posto a livello nazionale con 846 giorni di aria pessima, come se per un periodo di poco più di due anni ogni giorno l’aria fosse stata inquinata da smog. In questa speciale classifica la città del Palladio è la prima in Veneto e arriva appena dopo Milano, che colleziona 890 sforamenti.
Ma il rapporto di Legambiente dice anche altro: Vicenza è la sesta città d’Italia per numero di giorni di superamento del limite di Pm10 e di ozono nell’aria (dati combinati), con 116 giornate oltre la soglia limite, mentre Rovigo si ferma a 115 e Verona a 114. E il 2020 non è da meno: nelle prime tre settimane del nuovo anno il Veneto è maglia nera per numero di sforamenti del limite di legge di Pm10 con Treviso a quota 19 giornate, Verona e Padova a 18 e Vicenza a 17 sforamenti. «La sporadica costellazione di misure antismog messe in campo dalle città dell’area padana - dichiara il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro - sono solo palliativi di natura emergenziale e non producono effetti duraturi». «Senza vere e strutturali politiche ambientali - osserva l’assessore comunale all’Ambiente, Simona Siotto – non riusciremo mai ad invertire la rotta».
Nel frattempo, dopo quattro giorni in calo, mercoledì le polveri sottili sono tornati a salire anche in città: la centralina di Quartiere Italia ha infatti registrato un valore di 64 microgrammi per metro cubo d’aria, mentre il bollettino emanato ieri da Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha mantenuto il livello «verde» di allerta smog - il più basso della scala - almeno fino a lunedì.