Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

’Ndrangheta salta l’udienza per i Bolognino

- Zorzi

VENEZIA Nuova udienza, in aula bunker a Mestre, per i «casalesi di Eraclea». Nell’aula accanto il processo per la ‘ndrangheta in Veneto. L’udienza al clan dei Bolognino salta per problemi di videoconfe­renza.

MESTRE In un’aula parlano le prime difese del processo al clan dei «Casalesi di Eraclea», accusati di aver spadronegg­iato per vent’anni nella località del litorale veneziano. Nell’altra vicina, sempre all’aula bunker di Mestre, inizia invece il processo al clan Bolognino, anche se con una «falsa partenza». Settantaci­nque imputati da un parte, di cui 33 in collegamen­to dai carceri in cui sono ancora detenuti; 53 dall’altra, di cui 13 in cella. Ed è stata proprio la videoconfe­renza a far saltare la prima udienza del processo alla banda che per la Dda di Venezia era guidata dai fratelli Sergio e Michele Bolognino, ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta, e si sarebbe infiltrata in vari settori dell’economia, dall’edilizia, alle manutenzio­ni ferroviari­e, al settore alberghier­o, tra le province di Padova, Vicenza e Venezia. Quando infatti il gup Francesca Zancan ha avviato i collegamen­ti con i vari istituti, un paio non funzionava­no, non garantendo la partecipaz­ione all’udienza di Rocco Devona, detenuto a Napoli Secondigli­ano, e Gaetano Blasco, che si trova in cella a Ferrara.

Il problema è che il ministero della Giustizia aveva inviato un unico tecnico informatic­o, che era già impegnato nell’altro processo, e dunque non c’è stato modo di sistemarlo. Il magistrato ha dovuto sospendere l’udienza e rinviarla al 3 febbraio, sperando che nel frattempo venga assegnato il tecnico anche al suo processo. Nel frattempo però ha fatto anche mettere a verbale che se ci fossero ancora dei problemi – vista l’urgenza di chiudere entro metà marzo, quando scadranno le misure cautelari – ordinerà il trasporto dei detenuti in aula bunker, anche quelli sottoposti al regime duro del 41 bis. Non c’è stata dunque la costituzio­ne di parte civile, ma in aula si sono visti l’avvocato Renzo Fogliata, che si costituirà per la Regione Veneto – questa volta in tempo, per evitare la brutta figura del processo di Eraclea, dove ha mancato il termine ed è presente solo come parte offesa nell’udienza preliminar­e –, il collega Leonello Azzarini per la Cgil regionale e infine Davide Pessi per conto di uno degli imprendito­ri vittime di estorsione. La contabilit­à andrà fatta tra due settimane, ma pure in questo caso pare che chi ha subito reati anche gravi fatichi a farsi avanti.

Nell’altra aula hanno invece iniziato a parlare le difese. I più attesi erano gli avvocati Renato Alberini e Giovanni Gentilini, che difendono il presunto boss Luciano Donadio, ma anche i figli Adriano e Claudio. Su Luciano, poco da dire: deve rispondere di una sessantina di capi d’imputazion­e e dunque chiedere il prosciogli­mento in udienza preliminar­e era impossibil­e. Sui figli però i legali hanno cercato di dimostrare che da parte loro non c’era una vera adesione al clan mafioso – tutto da dimostrare, a loro dire – ma solo la parentela. «Claudio è del 1994 e dunque nel 1999, quando secondo la procura è nata l’associazio­ne, aveva 5 anni e andava all’asilo - hanno spiegato - lo stesso giudice ha scritto, rigettando la misura, che non c’è stata una “ponderata scelta criminale”». Tanto più che il padre, hanno sostenuto i difensori, ha sempre cercato di tenere fuori i figli da alcune questioni, anche se dall’altra parte li ha costretti a intestarsi delle attività. Con l’avvocato Mauro Serpico hanno poi sollevato un’eccezione sul capo d’imputazion­e, secondo il quale l’associazio­ne mafiosa sarebbe ancora «con permanenza in atto». «Ma gli stessi pm hanno sostenuto che con il blitz di un anno fa è stata disarticol­ata», ha sostenuto l’avvocato Serpico. La collega Stefania Pattarello, avvocato del consulente fiscale del clan, Angelo Di Corrado, ha invece chiesto che siano dichiarati inutilizza­bili tutti gli atti di indagine dopo il 30 dicembre 2011 per una violazione delle proroghe delle indagini preliminar­i. Si prosegue oggi con le altre difese.

In aula bunker Ieri, nell’aula bunker di Mestre, è cominciato il processo al clan dei Bolognino ma non funzionava­no i collegamen­ti con due carceri Obbligato il rinvio a una nuova data

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 ??  ?? Aula bunker L’aula bunker di Mestre in cui si tiene il processo
Aula bunker L’aula bunker di Mestre in cui si tiene il processo

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