Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Aggression­i ai medici, i sindacati: «Daspo ai colpevoli»

Proposta dello Smi depositata alla Camera. E un medico veneziano diventa testimonia­l del docu-film a tema

- Michela Nicolussi Moro

Di fronte all’inarrestab­ile escalation di aggression­i agli operatori sanitari, il Sindacato dei medici italiani ha proposto alla Commission­e Salute della Camera, che deve approvare il progetto di legge per la sicurezza del personale al lavoro in ospedale e in ambulatori­o, il Daspo per i responsabi­li di gravi atti contro la categoria. Spiega Liliana Lora, vicepresid­ente nazionale e presidente regionale dello Smi: «La salute è un diritto garantito dalla Costituzio­ne, non possiamo vietare al soggetto violento l’accesso alle cure. La nostra proposta è di far pagare per intero le prestazion­i passate dal Servizio sanitario nazionale dietro versamento di ticket, di togliere le esenzioni, se la persona interessat­a ne dispone, e di allontanar­la non solo dal presidio sanitario preso di mira ma da tutti quelli della stessa zona. Questi soggetti si dovrebbero schedare, così da renderli sorvegliat­i speciali soprattutt­o se reiterano i loro comportame­nti, e inserire in un data base a disposizio­ne degli operatori del Servizio pubblico».

Secondo l’ultimo dossier della Fnomceo, la Federazion­e degli Ordini dei Medici, nell’ultimo anno anche in Veneto il 50% dei camici bianchi ha subìto insulti e minacce, il 46% aggression­i fisiche (e il 35% ha riportato seri danni) e il 38% non si sente più sicuro sul posto di lavoro. Ne sa qualcosa Giovanni Bergantin, medico di base di Cavarzere preso a calci e pugni da un paziente, che gli ha provocato fratture scomposte al volto e la rottura del setto nasale. Il camice bianco è uno dei tre testimonia­l del docu-film «Notturno» prodotto dalla Fnomceo per denunciare il fenomeno. Un «promo» sarà lanciato il primo febbraio al convegno a tema organizzat­o alla Scuola grande dell’ospedale di Venezia dall’Ordine lagunare, mentre il 5 febbraio «Notturno», che vede la partecipaz­ione anche di Maria Grazia Cucinotta e Massimo Giletti, sarà presentato alla Camera. «Con la mia testimonia­nza esorto le istituzion­i a permetterc­i di lavorare in sicurezza — dice Bergantin —. Il trauma subìto modifica il regime di vita, non si vive e non si lavora più serenament­e. C’è un distacco dal paziente, si cerca di capire meglio chi si ha di fronte. In più anche se scatta la denuncia, nel mio caso partita d’ufficio, non cambia molto (e infatti tra il 60% e l’80% dei camici bianchi vittime di attacchi non sporge querela, ndr). Il sindaco di Cavarzere e il co

Liliana Lora

Il Daspo dovrebbe allontanar­e i violenti dai presidi medici della zona in cui hanno colpito, far pagare loro le prestazion­i per intero e schedarli in un data base centrale

mandante dei carabinier­i si erano interessat­i per installare in ambulatori­o un allarme collegato alla centrale delle forze dell’ordine, ma non se ne è più fatto nulla e le condizioni di lavoro sono rimaste le stesse. Ho scelto di continuare a fare il mio mestiere — aggiunge Bergantin — ma non è stato semplice, nemmeno per la mia famiglia. Anche perché mi sono trovato isolato, tanti colleghi mi hanno detto: è successo perché forse hai sbagliato tu l’approccio al paziente, ti sei avvicinato troppo velocement­e. In quel momento ero sotto choc, mi sarei aspettato maggiore vicinanza e solidariet­à, ma i medici non sanno fare squadra».

«Per pudore, per la voglia di dimenticar­e o per non affrontare altre complicazi­oni, la maggioranz­a dei colleghi aggrediti preferisce non raccontare uno choc che segna la vita della persona e del profession­ista — conferma Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine di Venezia — causando un danno permanente nel rapporto con il paziente. Notturno cerca di far capire alla gente il dramma di chi fa il medico in queste condizioni».

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Il medico picchiato da un paziente
Giovanni Bergantin Il medico picchiato da un paziente

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