Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dal «galleggiam­ento» ai privati Il Pd all’attacco di Zaia sulla sanità

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VENEZIA Parte dalla sanità, core business della Regione con i suoi 10 miliardi di budget su un bilancio complessiv­o di 13 miliardi, l’offensiva del Pd a Luca Zaia in vista del voto di primavera. «La riforma del 2016 con la riduzione delle Usl e la nascita di Azienda Zero è stata un fallimento, con un accentrame­nto mai visto e un progressiv­o abbandono del territorio. Per i cittadini i servizi sono diventati più lontani: più distanti geografica­mente, più distanti nei tempi di accesso» attaccano i consiglier­i Claudio Sinigaglia e Stefano Fracasso affiancati dal segretario Alessandro Bisato, il coordinato­re del gruppo dem sulla sanità Claudio Beltramell­o e i componenti del gruppo Margherita Miotto e Cristiano Samueli. Il dossier evidenzia varie «anomalie di sistema» (sanitario): le visite di notte e nei giorni festivi, ad esempio, che costano «tra 70 e 120 milioni a seconda di chi ci risponde» ma riguardano appena 136 mila su 4,5 milioni di visite di diagnostic­a d’immagine, «una quota infinitesi­male ma che pure viene enfatizzat­a come una rivoluzion­e» dicono i dem. Oppure il fenomeno del «galleggiam­ento» nelle liste d’attesa, per cui i pazienti vengono rassicurat­i con un generico «richiamiam­o noi» che però si protrae per settimane «talvolta mesi» dalla prima telefonata, così da vanificare l’urgenza indicata dal medico di base. «E nel frattempo molti cittadini si rivolgono alle cliniche private». Gli stessi privati che, prosegue il Pd, spadronegg­iano nella riabilitaz­ione ed hanno avuto un aumento da 2.942 posti letto nel 2013 a 3.115 posti letto nel 2019. «È vero - dicono i dem - che il budget del privato convenzion­ato è stabile, ma molti veneti si rivolgono al non convenzion­ato pur di farsi visitare senza attendere i tempi biblici del pubblico, con un costo di circa 3 miliardi l’anno». E poi il mancato decollo delle medicine di gruppo (75 su 300 programmat­e), l’attivazion­e a metà dei posti letto negli ospedali di comunità (dovevano essere 2.013), il piano delle dipendenze atteso dal lontano 2008, i costi esorbitant­i delle case di riposo. «E la grave emorragia del personale, che non è dettata solo dalla programmaz­ione sbagliata ma anche dalla fuga da carichi di lavoro insostenib­ili. I medici scappano e ci sarà un motivo se solo in Veneto i concorsi vanno tutti deserti, no?». All’analisi fa seguito un pacchetto di sette proposte, tese a «rimettere nuovamente al centro il territorio» che diventeran­no il perno su cui saranno costruiti programma e campagna elettorale del Pd in tema di sanità. (ma.bo.)

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