Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Frode sullo smaltimento dei pannelli solari vecchi Incameravano incentivi e li portavano all’estero
TREVISO Pannelli fotovoltaici dismessi falsamente smaltiti in cambio degli incentivi statali, e poi spediti in Africa, Turchia e Siria per essere riutilizzarti o finire in discariche abusive. Era il business di un’organizzazione dedita al traffico internazionale di rifiuti, sgominata dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Perugia, su input della procura distrettuale antimafia del capoluogo umbro. Un’indagine che ha portato in cella anche tre imprenditori veneti, su un totale di sette ordinanze di custodia cautelare e 17 misure restrittive della libertà con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, autoriciclaggio, contraffazione. Due i trevigiani arrestati, Maurizio Cecile, 67enne di Conegliano, titolare della Ecomix di Casale sul Sile, già noto per essere stato coinvolto nel sequestro dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Abdelkalak Abiach, 41enne di Crespano del Grappa, titolare di una società commerciale di fatto inesistente, che avrebbe fatto da intermediario per piazzare i rifiuti nelle discariche in Africa, tra Marocco, Nigeria, Mauritania, Burkina Faso e Senegal oltre che in Siria e in Turchia. Di Piove di Sacco, Padova, Matteo Massaro, 47 anni, fermato a Siracusa. Gli indagati avrebbero recuperato in tutta Italia pannelli fotovoltaici falsamente smaltiti in aziende di dismissione e recupero componenti, in cambio di incentivi statali. «Quei pannelli – spiegano i carabinieri del Noe - venivano invece rimessi in commercio con documenti contraffatti e spediti via mare, per essere presumibilmente venduti o smaltiti in discariche eludendo legislazione e limiti imposti in Italia».