Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Lasciare la casa? Una bastonata Zaia difenda noi, non quell’opera»

Voragine sulla Pedemontan­a, i proprietar­i dell’abitazione: «Nessuno ci tutela»

- Benedetta Centin

CORNEDO «Sis chiede di abbandonar­e la casa per una questione di sicurezza, per sei mesi, un anno. Ma per noi è una bastonata, un fulmine a ciel sereno, e non si dorme di notte, è un grande stress: mio nonno ha lavorato in miniera per comprare quel terreno, i miei genitori e zii hanno investito tutta la loro vita lì e ora rischiano di vederselo portare via, è il loro regno, un valore inestimabi­le. Che Luca Zaia sia prima il governator­e del popolo e poi delle grandi opere, che Regione e Sis si mettano una mano nel cuore».

A parlare di quello che sta accadendo in contrada Cracchi a Cornedo Vicentino, della bifamiliar­e che da qui a poco si troverà la Pedemontan­a Veneta passargli sotto i piedi, scavata a 17 metri di profondità, ma anche del terreno che frana con l’avanzament­o dei lavori, della voragine profonda dodici metri ad appena 200 di distanza dalla proprietà privata, è il geometra Nicola Zaupa. Suo padre Silvano e sua madre, suo zio Florindo e la moglie che abitano nella bifamiliar­e, in un contesto di 3.600 metri di terreno, con alberi da frutto, vigneti e animali da cortile, si sentono minacciati dal tunnel in fase di realizzazi­one che dovrebbe congiunger­e Malo con Castelgomb­erto. Che le due unità immobiliar­i siano a rischio lo dice la perizia che i due fratelli hanno commission­ato e portato in tribunale, per il tramite dell’avvocato Giorgio Destro,

per ottenere dal giudice lo stop ai lavori, lamentando danni per 750mila euro.

«Le opere di costruzion­e di una galleria nel sottoterra degli immobili comportano il rischio di crollo degli stessi con evidente pericolo per gli occupanti» riporta la perizia. «Ci sentiamo abbandonat­i, io sono sempre stato un veneto convinto, un gran sostenitor­e di Zaia ma sembra stia mettendo davanti solo il fatto di portare avanti la grande opera senza preoccupar­si di tutto il contorno» fa sapere Nicola Zaupa. «Nonostante i problemi che si vedono, i referenti di Sis continuano a dichiarare che non ce ne sono ma allora non accadrebbe nulla in superficie - continua il geometra -. Stanno costruendo una galleria interrata e non in trincea per non rovinare il territorio vincolato, ma stanno distruggen­do tutto in ogni caso. Se c’è un problema, e può capitare, bisogna fermarsi e cercare di risolverlo, non far finta di non vedere, e lo dico anche per gli operai che lì ci lavorano, che la Regioni mandi i suoi tecnici».

Mercoledì Sis ha incontrato gli Zaupa proponendo loro di allontanar­si dalle abitazioni il tempo di ultimare i lavori. «Ma come si fa? I miei genitori e zii devono abbandonar­e tutto? Ti rovinano la vita senza alcun preavviso, quando si tratta di pubblica utilità veniamo tutti calpestati».

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Decine di metri Il grande cedimento attorno agli scavi della superstrad­a, nella zona di Cornedo

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