Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Autonomia, daremo un segnale»
Ciambetti alza il tiro: «Vareremo noi alcune delle norme sulle 23 materie chieste dal Veneto»
VENEZIA Roberto Ciambetti, vicentino classe ‘65, sta per concludere il suo terzo lustro in Consiglio regionale e i primi cinque anni da presidente a Palazzo Ferro Fini. A legislatura agli sgoccioli, il presidente spiega che sono stati anni intensi in cui, entro maggio, sono state o saranno approvate leggi ferme da decenni, da quella sulle cave al nuovo Ptrc, il Piano territoriale regionale di coordinamento. In più, come risposta alle sabbie mobili romane sull’autonomia, si vareranno alcune leggi regionali tarate, ciascuna, su una delle 23 materie su cui il Veneto ha chiesto l’autonomia differenziata come paventato dal governatore Zaia.
VENEZIA Il padrone di casa bazzica da ben tre lustri Palazzo Ferro Fini, balcone della politica veneta con affaccio sul candore della Salute. L’ha visto incendiato dalle polemiche in aula ma anche sfregiato dall’acqua alta eccezionale dello scorso autunno. Il vicentino Roberto Ciambetti, da cinque anni siede sullo scranno più alto del Consiglio Regionale e alla sua presidenza ha dato un’impronta inconfondibile: aplomb istituzionale con un guizzo d’ironia.
Probabilmente si voterà a maggio. Ora scatta la corsa contro il tempo per approvare gli ultimi provvedimenti?
«Quello che sto vedendo è uno zelo genuino da parte di assessori e consiglieri, anche d’opposizione. E ci sono alcune leggi che voteremo prima di fine mandato. Penso alla legge sulla Famiglia a sostegno della natalità su cui c’è sostanziale condivisione. Procede spedito il Ptrc, Piano territoriale regionale di coordinamento atteso da decenni ma anche la legge sulla Polizia locale e sicurezza».
Volgendo lo sguardo al passato recente, invece, quali sono le leggi di cui va più orgoglioso?
«Da veterano del consiglio posso asserire che mai come in questa legislatura si sono macinate nuove leggi. Quella sulle cave aspettava dal 1984, la riforma delle Ater, nonostante le polemiche, mancava all’appello da 25 anni, quella sulla riduzione delle Usl dal ‘94».
Molte di queste sono state impugnate dal governo...
«L’ultimo caso, sulla sanità, è dell’altro ieri... ma le faccio un altro esempio. A inizio agosto variamo una legge che ho seguito personalmente, sul controllo di vicinato. L’abbiamo messa a punto con le prefetture e mi sono confrontato direttamente col Viminale. Meno di un mese dopo cade il governo e diventa la prima legge impugnata dal nuovo esecutivo. C’è qualcosa di sospetto nelle impugnazioni delle leggi del Veneto. In sede di Consulta, però, l’abbiamo praticamente sempre spuntata».
Produttività legata a una maggioranza di peso?
«Negli ultimi anni la massa critica con lista Zaia e Lega e un dibattito positivo degli alleati ha funzionato. In altre legislature si registravano sfilacciamenti non sempre elegantissimi all’interno della maggioranza con accordi sotto banco».
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Il centrodestra
Da alleati con cui si condivide un progetto politico importante ci si aspetta lealtà. Certi episodi sul territorio targati FdI devono cessare il prima possibile
Un momento euforico a Ferro Fini è stato quello successivo al referendum sull’autonomia...
«Qua parto da lontano. Ho votato nella precedente legislatura i due referendum, ero in Corte costituzionale il 28 aprile 2015 per assistere alla difesa strepitosa dei referendum da parte di Mario Bertolissi. Quel referendum l’abbiamo dovuto difendere con le unghie e con i denti. In tre settimane dal 22 ottobre 2017 abbiamo votato il progetto di legge sulle 23 materie e con ampia soddisfazione. Poi...Roma è Roma. Sono curioso di capire come sarà la messe elettorale di ex ministri come Barbara Lezzi che si sono intestati la battaglia contro l’autonomia. Ma il Veneto, chiunque lo guiderà, non
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Lotta all’antisemitismo La legge regionale in discussione contro l’antisemitismo è un unicum nel panorama nazionale. Fortissimo il legame con la Comunità ebraica
mollerà».
Il presidente Zaia ha detto che è deciso a presentare una legge regionale per ognuna delle 23 materie a costo di arrivare ad altrettante impugnazioni...
«Prima di fine mandato c’è il tempo tecnico per farne alcune. Restiamo inguaribili ottimisti ma qualche segnale lo daremo in questo senso prima di fine legislatura».
Domani (oggi ndr) si vota in Emilia Romagna, come andrà?
«Sono stato in Emilia spesso in queste settimane e l’aria è molto positiva. Un modo di governare molto punitivo in certe realtà economiche probabilmente ha stancato, c’è voglia di cambiare».
Dovesse vincere Borgonzoni l’esecutivo cadrà?
«Decenza politica lo vorrebbe, ma i segnali che colgo da Roma indicano che vincerà l’attaccamento alla poltrona».
A proposito di regionali, c’è chi dice che qui la Lega correrà da sola...
«Gli alleati dovrebbero essere alleati sempre e invece ciò che succede in qualche zona del territorio, una sorta di opa di FdI nei confronti di qualche nostro eletto è sgradevole. Mi auguro che il segnale dalle urne sia indicativo anche dei pesi politici e certe iniziative degli alleati finiscano immediatamente. Quando manca la lealtà fra chi dovrebbe condividere un percorso politico importante non si può certo dire “Facciamo altri 5 anni insieme”».
Domani si celebra il Giorno della Memoria, si moltiplicano rigurgiti di antisemitismo, ma il Veneto leghista si è smarcato da tempo e, ve lo riconosce Arturo Lorenzoni sfidante in pectore di Zaia, il fronte dei diritti non è tema critico...
«Tocca dire che Lorenzoni ha ragione (ride ndr). Ma la Lega è così ovunque poi, certo, in Veneto il rapporto con la Comunità ebraica è molto forte e fecondo. Nel 2011, a Venezia, ero fra i pochi non appartenenti alla Comunità ebraica ammessi all’incontro con Shimon Peres. Ricordo il grande lavoro sui 500 anni del ghetto di Venezia e anche la legge regionale in itinere per la memoria della Shoah e per prevenire l’antisemitismo è un unicum nel panorama nazionale. Noi lavoriamo così».