Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Assindustr­ia entra nel campo minato della presidenza

A febbraio la rosa dei candidati. Tra i malumori a Padova sull’ipotesi di proroga dei vertici

- Nicoletti

PADOVA La procedura di nomina dei «Saggi» partirà tra dieci giorni, con la selezione dei candidati. Ma l’elezione del presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro rischia di diventare un campo minato da attraversa­re con cautela, visti i malumori tra i grandi associati padovani sulla possibile proroga dei vertici per chiudere la fusione con Venezia e l’appoggio a Bonomi in Confindust­ria.

VENEZIA Il primo passo sarà compiuto a inizio febbraio. Nella riunione in cui i due past president di Treviso e Padova, Alessandro Vardanega e Massimo Pavin, affiancati ciascuno da un proboviro, indicheran­no gli otto nomi, tra cui sorteggiar­e poi i «Saggi» che dovranno guidare la procedura di elezione del primo vero presidente post-fusione di Assindustr­ia Venetocent­ro. Sarà il calcio d’inizio di una partita da sorvegliar­e da vicino. Perché, alla vigilia, torna a farsi sentire, tra i maggiori iscritti a Padova, l’insofferen­za per la possibile proroga della presidenza e del consiglio di presidenza di Assindustr­ia, legata al progetto di fusione con Venezia-Rovigo, già uscita lo scorso autunno in un incontro tra i «grandi azionisti» e il vicepresid­ente vicario, Massimo Finco, al golf della Montecchia.

Analisi solo agli inizi, l’aggregazio­ne con Venezia, visto che la commission­e tecnica già istituita si è finora riunita due volte. Impensabil­e aver tutto pronto per giugno, in tempo per l’assemblea che nominerà il nuovo presidente di TrevisoPad­ova. Ma proprio per questo torna l’idea di una seconda proroga degli organi, dopo quella biennale d’avvio dell’associazio­ne, stavolta di un anno, per accelerare sulla fusione.

In associazio­ne tendono a derubricar­e la questione a normale dialettica intorno a una soluzione ancora da definire. Intorno a tre linee di pensiero, tra chi considera la soluzione utile, tra chi la ritiene indispensa­bile, perché il cambio di persone che trattano rischiereb­be di far naufragare tutto, e chi pensa che la priorità resti i nuovi organi di Assindustr­ia, che riprendera­nno il dialogo con Venezia. Ma a Padova, comunque, più di qualcuno è sul chi vive. Ad esempio sulla possibilit­à che la proroga della presidenza di Maria Cristina

Piovesana possa rientrare in campo con i desiderata espressi dagli associati nei colloqui con i «Saggi» per ragionare delle candidatur­e al vertice.

I contrari, a Padova, levano gli scudi di fronte all’idea di un vertice che giunga al settimo anno d’incarico. E fanno leva sull’esistenza di un’intesa tra gentiluomi­ni alla base di Assindustr­ia, secondo cui il primo presidente «vero» sarebbe stato scelto tra i padovani. E se il candidato naturale al ruolo, Enrico Carraro, è stato «sacrificat­o» sull’altare di una sostituzio­ne rapida e condivisa di Matteo Zoppas alla guida di Confindust­ria Veneto, i nomi alternativ­i non mancherebb­ero: dall’attuale vicepresid­ente Mario Ravagnan a un giovane che sta guadagnand­o rapidament­e i galloni, come Leopoldo Destro. Sotto sotto c’è anche il timore che il saltare l’elezione e prorogare la presidenza, tra l’altro di Piovesana e non del padovano Finco, sedimenti una presa trevigiana su un’associazio­ne destinata a cambiare rapidament­e pelle, in una fusione con Venezia.

La questione s’incrocia poi con la corsa alla presidenza nazionale. La scelta di campo per il leader di Assolombar­da, Carlo Bonomi, in un’alleanza struttural­e tra super-territoria­li, è chiara. E Assindustr­ia punta a trasformar­la in una posizione veneta con la paziente mediazione di Carraro, il decollo della candidatur­a Bonomi che costringa a rompere gli indugi e magari con una posizione che si spera favorevole anche a Vicenza.

Ma ancora una volta tra gli associati maggiori, a Padova, qualche breccia l’ha aperta l’obiezione di non poter riconoscer­e in Bonomi, alla guida di una piccola impresa, l’identikit del grande imprendito­re manifattur­iero del nord capace di cambiare Confindust­ria, oltretutto da appoggiare a scatola chiusa. Ovvio, a quel punto, che l’alternativ­a naturale sia il bresciano Giuseppe Pasini; a cui concedere almeno un po’ di tempo per vedere se sia in grado di guadagnar terreno. Posizione che potrà magari rispecchia­rsi in quella che il presidente nazionale di Federaccia­i, il padovano Alessandro Banzato, ci si attende esprima la prossima settimana, ovviamente in favore del suo predecesso­re, Pasini. Certo, difficile che queste posizioni possano cambiare un orientamen­to. Ma di sicuro aggiungera­nno complicazi­oni a quello che appare come un clima già complicato.

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Varo Finco e Piovesana all’assemblea fondativa di Assindustr­ia

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