Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Brunetta difende la 104 ma chiede più controlli
L’ex ministro alla Pa: «Gli abusi soprattutto nel pubblico e legati alla crisi economica»
” Brunetta Da ministro chiesi trasparenza sui dati. Se si sfora la media nazionale c’è qualcosa che non va
VENEZIA Renato Brunetta, fra le altre cose, è stato ministro per la Pubblica amministrazione dal 2008 al 2011. Allora la legge 104 per l’assistenza con permessi retribuiti a familiari infermi non aveva ancora compiuto vent’anni eppure denunciava già qualche acciacco. Tanto che l’allora ministro ci aveva messo mano prescrivendo un giro di vite ai controlli. A distanza di altri dieci anni, è una legge che fa ancora discutere. Onorevole, che ne pensa? «Partiamo dal principio: la 104 è una norma sacrosanta, di grande civiltà e che assolve a funzione sociale. Aggiungo che, fin dall’inizio, ha compensato alcune carenze del settore pubblico che spesso non arriva a fornire questo tipo di assistenza. Viva sempre, quindi, la 104 che aggiunge al mercato del lavoro una componente comunitaria, di cuore e solidale. Purtroppo però, per colpa di qualcuno ci vanno di mezzo altri. Le storture erano evidenti fin da subito. Ad esempio con i picchi di permessi richiesti in corrispondenza con i momenti più impegnativi in campo agricolo, dalla semina alla vendemmia. E questo, va detto, è avvenuto soprattutto nel settore pubblico dove non ci sono controlli e soprattutto in alcune regioni del centro Sud. Non in Veneto che resta una terra dall’animo austro ungarico».
Eppure anche nel virtuoso Veneto i numeri dei titolari di permessi legati alla 104 sono in fortissima crescita, dal 2014 al 2018 si parla di un più 40 percento che ha fatto sfondare quota 41 mila in numeri assoluti. C’è chi imputa il dato all’invecchiamento della popolazione ma l’ex ministro ne dà una lettura diversa. «Ciò che leggo in filigrana guardando ai numeri è la crisi economica. E la cartina di tornasole è ancora in alcune regioni del Sud in cui l’aumento di lavoratori che utilizzano la 104 va a braccetto con un’economia stagnante e a lavori in nero». I mal di pancia legati alla 104 toccano anche altri ambiti: «Nel pubblico - spiega Brunetta - la titolarità della 104 è motivo di punteggio ulteriore ad esempio nel mondo della scuola per quegli insegnanti che vogliono riavvicinarsi alla nonna malata al paese d’origine. Dipende poi se la nonna in questione è ancora in vita». La stoccata, al vetriolo del parlamentare azzurro solleva l’altro tema incandescente, quello dei controlli. «A fronte di una legge si dovrebbero fare i controlli. - spiega - Purtroppo l’Inps non ha abbastanza personale e si tollera un lassismo silente. E la 104 da strumento di solidarietà diventa sinonimo di abusi. Da ministro ho chiesto l’intensificazione delle verifiche ma anche dati trasparenti. Se i dati di una regione sono in linea con la media nazionale nulla quaestio ma se sono sfasati c’è qualcosa che non va». Nel privato, sta crescendo l’uso di investigatori privati. «Non sono figure che amo - conclude l’ex ministro - ma d’altra parte, cosa devono fare i datori di lavoro?».