Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Si suicida al lavoro «Adesso arriva lo sfratto»
CHIAMPO (VICENZA) Non avrebbe più sopportato il peso delle bugie, l’idea di non essere riuscito a risollevarsi dai problemi economici che lo avevano risucchiato in un abisso senza fondo, la prospettiva vicina che lui e la sua famiglia si ritrovassero per strada, senza più una casa, una certezza. E si è tolto la vita. Nella conceria di Chiampo in cui lavorava, il Gruppo Mastrotto. La tragedia si è consumata lunedì pomeriggio, i colleghi hanno trovato il cinquantenne, padre di due figli, quando ormai non c’era più niente da fare.
L’uomo, residente in un comune vicino, ha lasciato un biglietto destinato alla moglie e recuperato dai carabinieri, che hanno avvisato la Procura: «Scusami, non reggo più tutte queste bugie, a breve arriverà lo sfratto». Poche righe, testimonianza di una grande disperazione, forse anche di sensi di colpa, impotenza, vergogna e di un oppressivo senso di sconfitta da cui il cinquantenne si sarebbe lasciato sopraffare. Una tragedia di cui non si vorrebbe dar conto.
Purtroppo l’ennesima.
Solo pochi giorni fa, sempre nel Vicentino, si era tolto la vita nel suo capannone un imprenditore edile di 39 anni, padre di due figli, finito nella spirale della depressione quando il lavoro andava bene e la sua famiglia viveva un momento felice. Lunedì è stato invece un dipendente a scegliere il luogo di lavoro per il drammatico gesto.
«Intendiamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia per il tragico evento che ci ha scossi profondamente», dichiara il Gruppo Mastrotto, che precisa come si sia «immediatamente messo a disposizione delle autorità competenti».
Cordoglio anche da Massimo Andolfo della Filctem Cgil: «È una grande disgrazia, un fatto sbalorditivo: da capire perché lo abbia fatto sul posto di lavoro, certo porta a riflettere sull’emergenza economica sociale, sui redditi sempre più insufficienti rispetto alle incombenze familiari».