Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«La casa nova» Goldoni a Venezia e a Padova
«La casa nova» da venerdì a Venezia, poi a Padova
Commedia molto amata dal pubblico e applaudita fin dalla sua prima rappresentazione nel 1760 nel teatro San Luca (oggi Goldoni) di Venezia, La casa nova di Carlo Goldoni fu scritta di getto, come ci ricorda lo stesso autore.Il teatro Stabile del Veneto, fedele all’assunto di valorizzazione e diffusione della produzione teatrale veneta, ne ha prodotto un allestimento affidato alla regia di Giuseppe Emiliani. Lo spettacolo, che ha già effettuato una tournée di successo in regione, è ora uno degli eventi di punta del Carnevale, in programma al Goldoni di Venezia da venerdì 21 (ore 19.30) fino a domenica 23, per poi passare al Verdi di Padova da mercoledì 26 (ore 20.45) a domenica 1 marzo. Sul palco, accanto ad attori affermati quali Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Valerio Mazzucato e Lucia Schierano, recitano gli attori della Compagnia Giovani dello Stabile del Veneto – parte del progetto TeSeO, Teatro Scuola e Occupazione–: Simone Babetto, Andrea Bellacicco, Maria Celeste Carobene, Eleonora Panizzo, Cristiano Parolin, Federica Chiara Serpe e Leonardo Tosini. I costumi, realizzati dall’atelier veneziano di Stefano Nicolao, contribuiscono a rendere l’allestimento un fedele affresco settecentesco, incastonato nelle scenografie virtuali realizzate da Federico Cautero per lo studio di progettazione 4DODO – Beyond imagination: attraverso l’innovazione tecnologica della proiezione si crea una suggestiva illusione prospettica. Sullo sfondo campeggia l’immagine virtuale di una Venezia pittorica. Il passaggio da un piano all’altro dello storico edificio in cui è ambientata l’opera accentua la dinamica delle azioni sceniche. Al centro della vicenda ci sono le vicissitudini di due sposi, Anzoletto e Cecilia, in procinto di trasferirsi nella nuova casa, un’abitazione molto dispendiosa, ben al di sopra delle loro possibilità economiche. Oberati dai debiti e abbandonati dai presunti amici, i due giovani saranno costretti a rinunciare alle loro smanie di grandezza. Artefice del cambiamento è il saggio zio Cristoforo, disposto a intervenire per sanare i debiti, purché il nipote si adatti a uno stile di vita più sobrio. Con garbo e ironia, Goldoni denuncia i vizi di una società concentrata sull’ostentazione di un benessere fittizio e dominata dalla febbre di possesso.