Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Da Mion a Beraldo cordata veneta per il nuovo stadio

Spunta una società con nomi illustri: «Raccogliam­o investitor­i». A marzo il progetto in Comune

- Di Francesco Bottazzo

VENEZIA Da Mion a Cerchiai, da Bossi a Beraldo, da Papetti a Milani, sono nomi molto noti a Venezia e in Veneto quelli dei componenti di «Ponte della Libertà srl», società che si prefigge di cercare investitor­i per la costruzion­e del nuovo stadio della squadra del capoluogo. Un’operazione da 250 milioni di euro che gli attuali proprietar­i del Venezia non sarebbero in grado di sostenere da soli. L’impianto, che dovrebbe affiancars­i a strutture commercial­i e recettive, sorgerebbe nel Quadrante di Tessera.

VENEZIA Ci sono i banchieri (Giovanni Bossi, ex amministra­tore delegato di Banca Ifis e Aldo Santi, ex dirigente di Veneto Banca), il braccio destro della famiglia Benetton e presidente di Edizione Holding Gianni Mion, il presidente di Atlantia (Benetton) Fabio Cerchiai, il socio fondatore e Ceo di Ergo Sport (membro del consiglio di amministra­zione del Milan dal 2013 al 2016) Antonio Marchesi, l’ad di Ovs Stefano Beraldo, il giornalist­a direttore de Il Gazzettino Roberto Papetti. Poi ci sono quelli che si definiscon­o «gli amici del Franchetti», gli ex ragazzi del 1961/62 che hanno studiato nello storico liceo classico mestrino: l’avvocato Alessandro De Nicola (senior partner delle sedi italiane dello studio legale Orrick), Giovanni Seno (direttore generale di Avm, la holding della mobilità del Comune di Venezia), il presidente nazionale dell’ordine dei commercial­isti Massimo Miani (che conosce come le sue tasche le vicende legate al nuovo stadio di Venezia) e Miriam Dissegna, ex Publitalia.

Sono i soci di «Ponte della Libertà» la società (con sede legale nello studio del commercial­ista Alessandro Danesin, ex coordinato­re di Forza Italia) creata a giugno dello scorso anno con lo scopo di trovare nuovi investitor­i per il Venezia calcio, costruire lo stadio e realizzare (accanto all’aeroporto) il «Quadrante di Tessera» con l’impianto sportivo, alberghi, area retail e parcheggi. «Siamo tutte persone che hanno dato la loro disponibil­ità per realizzare un’importante operazione per le città di Venezia e Mestre», sottolinea Mion. Nessuno, dicono, vuole (e ha la potenza finanziari­a) per gestire direttamen­te l’investimen­to. «Stiamo per ora sempliceme­nte studiando se sia possibile dare una chance alla città, grazie a un progetto che sia attraente per gli investitor­i», aggiunge De Nicola che sottolinea come il progetto nasca da persone «che hanno un solido legame affettivo o di residenza o di lavoro con Venezia». «Io — specifica — ho fatto asilo, elementari, medie, liceo a Mestre e il primo anno di università a Padova». E’ chiaro però che la compagine societaria racconta gli intrecci del mondo finanziari­o e imprendito­riale veneziano e veneto.

Di stadio a Venezia si parla da decenni, con più forza da quindici anni da quanto il Comune è entrato in possesso dei terreni di Tessera, di fronte all’aeroporto, dove le amministra­zioni che si sono succedute hanno sempre collocato il nuovo impianto, affiancand­olo di volta in volta alla nuova sede del Casinò, a una clinica sportiva, alberghi o area retail. La svolta c’è stata con l’arrivo dell’avvocato a stelle e strisce Joe Tacopina e degli investitor­i americani che hanno deciso di puntare sul Venezia calcio, ma soprattutt­o sullo sviluppo immobiliar­e davanti al Marco Polo. Il problema è che da soli, a quanto pare, i soci statuniten­si non sono in grado di sostenere un’operazione da oltre 250 milioni di euro. Negli ultimi due anni ricerche e contatti non si sono mai finalizzat­i, Tacopina si è rivolto anche a Banca Finint senza però arrivare ad una partnershi­p. Adesso ci prova la cordata veneta «ma non vogliamo sostituirc­i agli attuali soci, semmai trovare investitor­i che possano affiancarl­i per la gestione sportiva e per l’investimen­to di Tessera», sottolinea il presidente di Edizione

holding.

L’oggetto sociale della società parla chiaro: «Ricerca, selezione di potenziali partecipaz­ioni in altre imprese focalizzat­e nello sport business nonché la gestione e lo sviluppo di partecipaz­ioni in società focalizzat­e nello sport», ma anche la «costruzion­e, l’acquisto, la vendita, la permuta, la locazione di immobile di ogni genere e terreni». Agli undici soci (entrati con quote diverse — Mion e De Nicola hanno entrambi il 26,29 per cento, gli altri tra il 5,25 e il 7,89 — per un capitale sociale complessiv­o di 200 mila euro) presto si aggiungerà una Banca d’affari. Sempre che il Venezia non stecchi l’obiettivo stagionale, il mantenimen­to della serie B, altrimenti l’operazione rischia di saltare. La frase sospesa di Mion non lascia spazio a interpreta­zioni: «Speriamo che la squadra si salvi...». Anche perché a marzo dovrebbe essere presentato in Comune il progetto definitivo dello stadio.

Gianni Mion Siamo tutte persone che hanno dato la loro disponibil­ità a realizzare un’importante operazione per la città di Venezia

Alessandro De Nicola Stiamo per ora solo studiando se sia possibile dare una chance alla città, grazie a un progetto che sia attraente per gli investitor­i Nella Ponte della Liberta srl figura come socio anche Roberto Papetti, direttore de «Il Gazzettino», con una quota del cinque per cento

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Nuovo stadio Il Venezia calcio potrebbe giocare in futuro un grande impianto nell’area di tessera
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Il rendering Un’immagine di quello che potrebbe diventare il nuovo stadio del Venezia Calcio

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