Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ristoranti cinesi quasi vuoti «A rischio decine di locali»
Coronavirus, pranzo di solidarietà della Uil ieri in una delle attività gestite da orientali. Chisin: no a discriminazioni. Qiu: quarantena volontaria se serve
VICENZA Ristoranti cinesi in picchiata, «alcuni hanno perso fino al 90 per cento dei clienti». È allarme fra gli operatori cinesi di Vicenza, in particolare per i servizi di ristorazione. «Molti hanno paura del coronavirus, ma i controlli sono strettissimi sia in Italia che in Cina – avverte Matteo Qiu, dell’associazione Cinesi del Veneto – a tutti i nostri connazionali che arrivano chiediamo di rimanere 15 giorni volontariamente a casa: varie attività anche a Vicenza hanno appeso avvisi in cinese con questi suggerimenti all’ingresso». Se ne è parlato alla Uil di Vicenza: la segretaria Grazia Chisin e i vertici del sindacato ieri hanno incontrato la comunità con un pranzo, simbolico e di solidarietà, al ristorante Hong Kong di Strada Pasubio.
«Siamo preoccupati, nella nostra provincia ci sono cinquemila cinesi: è una comunità che, pur facendo parlare poco di sé, è operosa e molto attiva nella nostra economia» il commento di Chisin. La sindacalista ha snocciolato dati: la comunità cinese in provincia sale di duecento persone all’anno, con un’età media di 30 anni e presenze in tutti i paesi (ci sono due famiglie anche a Posina). «I residenti cinesi utilizzano i nostri servizi sindacali, molti sono lavoratori iscritti alla nostra organizzazione, i loro figli frequentano la scuola pubblica e usufruiscono della sanità pubblica – ha continuato Chisin -. temiamo gli effetti che l’emergenza Coronavirus avrà sull’economia reale, tagliando la crescita del made in Italy e rallentando la produzione visto che molti componenti arrivano proprio dalla Cina». Ma soprattutto, l’Unione italiana lavoratori invita gli italiani in provincia ad avere fiducia. «Invitiamo i vicentini a frequentare le attività gestite da cinesi, bar ristoranti e negozi, senza avere paura. È giusto e corretto che tutti si attengano alle direttive emanate dal ministero della Salute in fatto di igiene – l’appello della segretaria della Uil - ma le discriminazioni non servono». Il pranzo al ristorante, con una ventina di colleghi del sindacato, è stato proprio un segnale in questa direzione. Perché anche a Vicenza i consumi nelle attività di cinesi stanno crollando: «Non tanto nei bar, ma nei ristoranti la situazione è molto difficile – ha spiegato Qiu, che risiede in Italia dal 1989 e a Caldogno guida un’attività tessile assieme alla sua famiglia – ce ne sono una quarantina solo a Vicenza e nell’immediato hinterland e c’è chi ha perso nove clienti su dieci. In compenso, affitti e stipendi vanno comunque pagati. C’è chi pensa