Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Roland Berger all’opposizion­e «Conflitto di interesse? Attacco intollerab­ile alla nostra società»

- G.M.C.

VICENZA Parla di «intollerab­ile attacco a me e alla reputazion­e della società che rappresent­o». Pierluigi Troncatti, senior manager della società di consulenza Roland Berger, risponde così alle critiche piovute dalle forze di opposizion­e in consiglio comunale – e dall’ex-amministra­tore di Aim Umberto Lago – sul suo curriculum. Troncatti è il senior manager del team di esperti che per conto della società multinazio­nale si sono occupati di stendere la relazione sugli scenari futuri del gruppo Aim. Cioè il documento che la stessa azienda di contra’ Pedemuro San Biagio prende a riferiment­o per spingere verso la fusione a tre con la veronese Agsm e il colosso lombardo A2A. Per l’opposizion­e e per l’ex-amministra­tore di Aim, Troncatti però «è tutto fuorché indipenden­te» e questo sul fatto che nel curriculum del manager c’è un incarico dal 2007 al 2015 per conto della stessa A2A per la redazione del piano industrial­e e del supporto nell’operazione messa a punto dal colosso lombardo con Lgh (Linea group holding). «Risale a sei anni fa – precisa Troncatti in una nota diramata ieri – la vicenda per cui Lgh mi coinvolse per lo studio di fattibilit­à dell’integrazio­ne con A2A, per il quale fu la stessa società a proporre il mio nome ad A2A. Si lavorò due mesi e poi non se ne fece nulla e in futuro l’operazione venne ripresa senza il mio coinvolgim­ento. Dunque il fatto che si leghi il mio nome a quella vicenda lo ritengo sbagliato e infondato e la mia presunta non indipenden­za legata a quell’operazione non è sostenibil­e». Quindi l’affondo: «Il fatto stesso che si mettano in discussion­e queste cose per ragioni che non conosco – afferma Troncatti – rappresent­a un intollerab­ile attacco non solo a me ma anche alla reputazion­e della società che rappresent­o. Lavoriamo per tutti i leader di settore sia in Italia sia negli altri 52 Paesi del mondo in cui siamo presenti. In questo contesto il fatto di aver lavorato o no per A2A non dovrebbe essere un problema in un mondo normale, dove i ruoli tra advisor molto spesso si scambiano negli anni presso i clienti». Prima di Troncatti era stata Aim a prendere posizione contro le critiche agli advisor: «Siamo contrari alla cultura del sospetto – è la tesi del gruppo vicentino – e riteniamo che ci siano le sedi opportune per ribadire eventuali problemati­che connesse alla gara per la selezione degli advisor».

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