Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Edizione, la difficile discesa in Autostrade spinge holding «leggera» e proroga di Mion
TREVISO Il punto delicato per Edizione Holding, la cassaforte di casa Benetton, sarà nella tarda primavera, quando si andrà al rinnovo del consiglio di amministrazione e si deciderà, nella sostanza, se Gianni Mion rimarrà o meno alla guida del board.
Richiamato in servizio dalla famiglia di Ponzano Veneto a giugno 2019, dopo un rapporto durato 26 anni e iniziato nel 1986 come amministratore delegato della holding, Mion aveva annunciato di accettare l’incarico ma soltanto per un anno. Il tempo, cioè, di cercare un’intesa fra i discendenti diretti dei quattro fratelli fondatori e trovare così una leadership riconosciuta e affidabile. Ma la vicenda del crollo del Ponte Morandi è ancora troppo vicina e le incriminazioni pesanti verso l’ad di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, fino a quel punto depositario di una fiducia indiscutibile da parte di tutta la catena che parte da Piazza Duomo, a Treviso, dove ha seOggi de Edizione, e discende passando per Atlantia che di Aspi è la controllante all’88%, lo scorso settembre avevano lasciato intuire che l’anno di Mion non sarebbe bastato.
il quadro è ulteriormente complicato dalle incertezze sul destino di Aspi collegate al «Milleproroghe». Se il disegno coltivato da Mion, e sul quale insiste da mesi, è la riduzione della partecipazione in Aspi al 49% (con una vendita di quote di Atlantia anche nelle altre controllate, fra cui Telepass e Aeroporti di Roma), i punti interrogativi su concessioni e tariffe, così come sulla portata della penale che Aspi potrebbe esigere dallo Stato in caso di revoca, non rendono plausibile l’individuazione di compratori delle quote che stanno sopra il 50%. Lo snellimento anche in altri asset, per la Holding, è del resto un tema ricorrente, al punto che non sono mancati rumors connessi al destino del Gruppo Benetton inteso come business del tessile. Improbabile anche qui, visti i conti, pensare a player invogliati a diventare soci pesanti. Ma pure questo argomento è impalpabile e si colloca in ogni caso in tempi che vanno al di là di un chiarimento d’orizzonte sul capitolo autostrade, quello più urgente e impattante, visti i valori in gioco, e della decisione sulla prossima governance di Edizione.
Tema, quest’ultimo, che non può prescindere dalla individuazione di un punto di convergenza fra Mion e la famiglia, priva da due anni di due dei quattro membri originari (gli scomparsi Carlo e Gilberto) e attraversata nella sua seconda generazione da caratteri non proprio armonici.