Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Aim e fusione a tre, FdI verso il no
Ancora maggioranza spaccata. Il partito: riaprire il dialogo con altri partner industriali
«Siamo pronti a votare contro il progetto di fusione a tre con soggetti già predefiniti se prima non potremo conoscere e valutare tutte le altre opzioni sul tavolo, nessuna esclusa». Le parole di Fratelli d’Italia trasformano le nubi che da mesi aleggiano nella maggioranza di Palazzo Trissino in un vero e proprio temporale. E il terreno sul quale i fulmini si abbattono è quello del futuro di Aim, che ieri è finito al centro di una dura presa di posizione della forza di maggioranza in Comune.
A scanso di equivoci va precisato che da Fratelli d’Italia – rappresentato ieri in forma compatta dal coordinamento cittadino al provinciale e fino all’eurodeputato Sergio Berlato – non arriva un «no» secco al progetto per cui già si sta lavorando in queste settimane, ovvero una fusione a tre con la veronese Agsm e il colosso lombardo A2A, che porterebbe alla creazione di una maxi multiutility veneta partecipata dai tre soggetti. La cornice c’è ed è formata dalle relazioni tecniche e legali che nei mesi scorsi hanno supportato la decisione di Aim e Agsm di sedersi al tavolo in via esclusiva con A2A al fine di abbozzare i contenuti del quadro – ovvero i piani industriali e le strategie di governance – prima di passare al vaglio dei rispettivi consigli comunali di Vicenza e Verona, che saranno chiamati a votare sul progetto entro fine maggio. Ma, appunto, in questo quadro arriva la pennellata fuori dagli schemi di Fratelli d’Italia. «In diverse occasioni nei mesi scorsi avevamo chiesto di essere messi a conoscenza di tutte le alternative possibili – dichiara il coordinatore provinciale del partito, Vincenzo Forte – e visto che ora ci si è incamminati verso una direzione precisa, lo ribadiamo. Noi vogliamo avere ben chiare tutte le soluzioni prima di decidere perché non vorremmo ripetere l’errore di metodo avvenuto in occasione dell’investimento sul fotovoltaico di
Aim». Il riferimento è al progetto con cui Aim ai primi di febbraio ha sottoposto alla maggioranza in Comune un investimento da 14 milioni di euro per l’acquisto delle quote di otto società in centro-Italia con una scadenza fissata, secondo indiscrezioni, a fine mese e con la possibilità di dover pagare pure interessi in caso di decisioni fuori-termine. «In quel caso ci siamo adeguati ma non vogliamo ripetere l’errore – spiega Forte –
Aim» al fine di valutare anche l’opzione di mettere in vendita alcune attività della società, come sostiene da mesi il consigliere comunale ex-Lega e ora FdI, Andrea Pellizzari. Ma non solo: «Bisogna avviare un dialogo – dichiarano da FdI – anche con tutte quelle realtà che hanno manifestato interesse al progetto di fusione prospettato da Aim e Agsm con un terzo partner per capire cosa offrono». E qui si va al nocciolo della questione, che tocca la trattativa avviata in forma esclusiva con A2A: il partito di destra chiede che ci si sieda al tavolo anche con Hera, Alperia e Dolomiti energia, ovvero le società che tra luglio e settembre scorsi hanno lanciato l’amo per diventare partner delle due aziende venete. Il colosso emiliano Hera, tra l’altro, proprio in questi giorni si è reso protagonista di un botta a risposta a suon di pagine pubblicitarie con A2A e sullo sfondo di quelle dichiarazioni c’è anche la partita che si sta giocando del futuro di Aim e Agsm.
«Se qualcuno – è la tesi di Forte – avesse deciso di prendere la strada della fusione a tre con A2A non l’ha fatto in consiglio comunale e per noi sarebbe intollerabile arrivare in aula con una soluzione già impacchettata. In quel caso, preannunciamo che il nostro sarà un voto contrario, nel rispetto del ruolo dei consiglieri comunali e per non creare danni ad una realtà importante per Vicenza come Aim».