Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Arrestata per un raggiro milionario in Vietnam, vicentina scagionata dopo 14 mesi

- Benedetta Centin

VICENZA Trattata da delinquent­e per una presunta truffa milionaria commessa in Vietnam, arrestata a Milano e rilasciata dopo un giorno, e dopo oltre un anno «da incubo» un documento ufficiale arrivato dalla sede di Lione dell’Interpol, l’organizzaz­ione internazio­nale della polizia criminale, sancisce la cancellazi­one di qualunque segnalazio­ne a carico di Manuela Polga. La fine di una vicenda paradossal­e e molto sofferta per la 43enne di Fara Vicentino, che ha avuto la vita stravolta da ottobre 2018, da quando è stata «prelevata in Fiera a Milano dai poliziotti come una criminale», finendo poi davanti ai giudici che l’hanno rimessa subito in libertà, quindi sui giornali esteri e locali.

«Una vicenda che ha massacrato una famiglia normale come la mia, che mi ha tolto la libertà di viaggiare anche in Italia, di lavorare» dichiara la donna nello studio dei suoi avvocati Chiara Bellini e Gaetano Mazzeo che l’hanno sempre sostenuta, e racconta di come abbia dovuto limitare pure le sue mansioni profession­ali, di commercial­e. Ma non per questo la vicentina ha smesso di girare a testa alta «io sapevo di non aver fatto nulla di quanto mi veniva imputato» dice - forte della stima e della fiducia di chi la conosce, a partire dal suo datore di lavoro. «Proprio io che non sono mai incappata in una multa, che mi dividevo tra lavoro, famiglia e volontaria­to, e che non avevo rivestito alcun ruolo dirigenzia­le nella joint venture vietnamita per la quale avevo lavorato all’epoca. solo di dipendente con mansioni commercial­i» riferisce con gli occhi lucidi, cosciente che l’accusa di truffa poteva costarle anche l’ergastolo in Vietnam. «Ora riprenderò a viaggiare - accenna ad un sorriso - ma rimane il dolore provato, difficile da cancellare».

A «scagionarl­a» anche il fatto che l’autorità vietnamita non ha fatto arrivare nei tempi previsti alcun documento alla corte d’Appello di Milano che ne aveva fatto richiesta e che ora dovrà chiudere il fascicolo con un nulla di fatto. «Una segnalazio­ne, quella che aveva fatto scaturire il mandato di cattura internazio­nale nel 2013, senza alcun fondamento come dimostrato anche dalla Commission­e di controllo dei dati Interpol interpella­ta» fanno sapere gli avvocati Bellini e Mazzeo che si sono mossi anche attraverso colleghi francesi. Una vicenda assurda anche solo per il fatto che per cinque anni, fino al 2018, la 43enne ha viaggiato all’estero per lavoro, senza che nessuno le notificass­e il provvedime­nto che l’autorità giudiziari­a vietnamita aveva staccato a suo carico, accusandol­a di aver messo in piedi nel Paese asiatico con altri complici una truffa da oltre 90 milioni di euro ai danni di una banca di Hanoi. Ma ad oggi non sono arrivati documenti che attestino l’esistenza di un procedimen­to penale e le segnalazio­ni risultano appunto cancellate. «Siamo molto soddisfatt­i dell’esito della vicenda, di cui avevamo certezza, convinti fin da subito che la nostra assistita fosse estranea a questa vicenda - il commento degli avvocati - ora ci riserviamo l’opportunit­à di chiedere i danni allo stato vietnamita, danni d’immagine e morali incalcolab­ili visto quanto la signora ha dovuto subire. Questa sconcertan­te vicenda ci ha indotto a riflettere sulle rovinose conseguenz­e che possono derivare dagli errori di un sistema giudiziari­o che consente limitazion­i arbitrarie della libertà, in cui non vige la certezza del diritto e non viene garantito alcun diritto di difesa. Il Vietnam, uno Stato proiettato economicam­ente nel futuro, ma ancorato alle atrocità di un antico assetto governativ­o corrotto, ad oggi si rende responsabi­le di gravi violazioni dei diritti umani, e Polga ne è stata vittima indiscussa».

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Sollevata Gaetano Mazzeo, Manuela Polga Chiara Bellini

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