Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Al lavoro in pizzeria ma senza contratto, titolare denunciata
VALBRENTA Fatti lavorare anche a lungo senza uno straccio di contratto, o comunque sottoscrivendolo per periodi inferiori a quelli praticati. Questa la contestazione che muove la guardia di finanza di Bassano al ristorante pizzeria «Alla nave» di Silvia Zannoni in Valbrenta. Trentaquattro coloro che negli ultimi cinque anni avrebbero lavorato in nero nel locale di via Giusti a Campolongo stando ai militari che hanno fatto scattare una maxi sanzione amministrativa di 279mila euro, che si riduce della metà nel caso in cui il titolare assuma tutti i lavoratori in modo regolare. Cifra che supera i 300mila euro se si considera anche la multa per il metodo di pagamento dei dipendenti non tracciabile, senza contare poi le ritenute non operate. La proprietà, di suo, ora avrà modo di chiarire la sua posizione e ricorrere per far valere eventualmente le sue ragioni.
Era una sera di fine novembre dell’anno scorso quando i finanzieri si sono presentati a sorpresa nel locale, e non certo per cenare. Già allora avevano trovato sette lavoratori irregolari tanto che erano arrivati a proporre la sospensione dell’attività all’Ispettorato del lavoro visto che il personale non in regola era più del 20 per cento dei lavoratori, e che tra questi c’erano cinque minorenni, tutti più che sedicenni, che si trattenevano anche in orario notturno, dopo le 22, e senza che fossero stati sottoposti a visita medica obbligatoria. Violazione, questa, prevista dalla legge sulla tutela del lavoro di bambini e adolescenti, che è costata anche una denuncia alla titolare.
Stando poi a quanto raccolto nel corso delle indagini, passate anche attraverso l’audizione di decine di lavoratori, i dipendenti irregolari erano stati quasi cinque volte tanto: negli ultimi cinque anni avrebbero prestato servizio nel locale di Valbrenta 34 lavoratori in nero per un totale di oltre 5.500 ore. A questi si aggiunge un altro dipendente risultato irregolare in quanto prestava la sua opera ben oltre quanto previsto sulla carta, quindi con differenti trattamenti sia di stipendio che dal punto di vista previdenziale e fiscale. Al datore di lavoro è stata staccata una multa di 279mila euro che viene ridotta a poco più di 139mila se metterà in regola tutti. Gli è stata infatti contestata la mancata assunzione dei lavoratori come previsto per legge, retribuiti con metodi di pagamento non tracciabili (violazione che prevede nello specifico una sanzione di quasi 30mila euro), e la tenuta irregolare del libro unico del lavoro. Ma non è tutto perché i finanzieri hanno evidenziato anche ritenute d’acconto non operate tra 2015 e 2019 per quasi 16mila euro sulle somme corrisposte in nero al personale non in regola.