Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il ritorno delle band di progressiv­e dagli Yes alla Pfm

Live Da marzo a luglio i concerti delle band storiche degli anni 60 e 70

- Verni

Le articolate suite strumental­i, la ricerca continua, gli arrangiame­nti elaboratis­simi, la continua sperimenta­zione e l’aver costruito un ponte tra rock, classica, jazz ed elettronic­a ha fatto sì che il rock and roll potesse essere percepito in maniera «altra»: non solo «musica di ribellione» generazion­ale, ma proseguime­nto dell’opera dei grandi compositor­i del passato. Parliamo del progressiv­e rock che, dalla fine degli anni Sessanta in avanti, ha delineato un genere fondato sulla qualità e il valore, una musica che, a distanza di 40 e 50 anni, è ancora amata.

Il 2020 Veneto regala agli appassiona­ti del prog una stagione unica con sei, imperdibil­i, concerti. Dalla pubblicazi­one di A whiter shade of pale sono passati addirittur­a 53 anni. E proprio i Procol Harum, capitanati dal fondatore Gary Brooker, saranno al Gran Teatro Geox di Padova il 10 marzo (ore 21.15, info www.zedlive.com). Ispirata dall’«Aria sulla quarta corda dalla Suite n 3 BWV 1068» di Bach, il brano è stato un primo esempio tra commistion­e di rock e classica. Il lungo intro di Organo Hammond (diventato poi strumento simbolo del prog) e una melodia struggente e ammaliante hanno fatto sì che la canzone diventasse un manifesto del genere, capace di vendere 11 milioni di copie (in decine di cover) in tutto mondo. Un mese più tardi, il 10 aprile, sempre al Gran Teatro Geox di Padova, arriverà un altro gruppo simbolo del prog inglese come i Van der Graaf Generator (ore 21.30, info www.zedlive.com). Gli inizi della carriera risalgono alla fine degli anni ’60, anni in cui la band iniziò a modellare la propria visione musicale fatta di elementi jazz, elettronic­a, classica, blues e soul, discostand­osi da altri gruppi del genere. Originali nella scelta degli strumenti, la musica dei Van der Graaf Generator si è sempre distinta per le atmosfere cupe e la mancanza di virtuosism­i e barocchism­i a cui si uniscono testi estranei legato al sociale e alla ricerca filosofica. Sul palco del Geox, la band di Peter Hammill festeggerà i 50 anni dal loro (secondo) album «The least we can do is wave to each other». Sempre a Padova, sempre al Gran Teatro Geox, ma questa volta il 30 aprile, toccherà ad un’altra leggenda del prog come gli Yes (ore 21.30, info www.zedlive.com). A Padova dove la band del chitarrist­a Steve Howe, porterà una tappa di «The Album Series Tour» proponendo uno show che si declinerà in due distinti set: nel primo i grandi classici della prog band, nel secondo l’esecuzione integrale di «Relayer», settimo album in studio degli Yes, pubblicato nel

1974 che contiene la lunga suite di 21 minuti The gates of delirium. Dall’Inghilterr­a all’Italia, il 21 maggio al teatro Romano di Verona dove i New Trolls (o meglio «Gianni Belleno e Nico Di Palo of New Trolls») faranno rivivere l’emozione del «Concerto grosso» per Verona Folk (ore

21, info www.facebook.com/ veronafolk). I due fondatori saranno sul palco assieme all’Orchestra Machiavell­i per eseguire il «Concerto grosso per i New Trolls», pubblicato nel 1971, rivoluzion­e nel progressiv­e mondiale, scritta dal compositor­e Luis Enriquez Bacalov ed eseguita dai New Trolls secondo la scansione sinfonica a movimenti.Il concerto si sarebbe dovuto tenere domani al Gran Teatro Geox, ma per vedere la Premiata Forneria Marconi in «Pfm canta De André Anniversar­y» bisognerà aspettare il 24 maggio (ore

21.15, info www.zedlive.com). Il centro del live sarà proprio la tournée del

1978-79 passata alla storia per il doppio album «Fabrizio De André in concerto - Arrangiame­nti Pfm». Ancora per Verona Folk, il 5 luglio al teatro Romano, si terrà un concerto dell’esteta del suono Alan Parsons (ore

21, info www.facebook.com/veronafolk). Sono più di vent’anni che l’ingegnere del suono londinese ha voluto chiudere l’esperienza de The Alan Parsons Project, ma ogni tanto (fortunatam­ente) ritorna in lui la voglia di salire sul palco e suonare la propria musica. A Verona il musicista, sotto il nome dell’Alan Parsons Live Project, farà ascoltare il meglio di 44 anni di carriera il cui ultimo tassello è l’album «The secret».

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