Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pizza e selfie, una giornata in quarantena
Gli abitanti si raccontano sui social: c’è chi cucina e chi si dedica agli animali. Vince chi ha più fantasia «Le donne? Principesse imprigionate nei loro castelli»
Dalla pizza al puzzle, ai selfie: gli abitanti in quarantena nella zona rossa di Vo’ Euganeo (una quindicina le persone risultate positive ai test del Coronavirus) si raccontano sui social: c’è chi cucina e chi si dedica agli animali. Vince chi ha più fantasia «Le donne? Principesse imprigionate nei loro castelli».
«Forse l’isolamento sta facendo effetto…». Dopo giorni vissuti ad altissima tensione, il sindaco-farmacista di Vo’, Giuliano Martini, si concede un po’ di ottimismo. Non è chiaro se la sua sia soltanto una speranza o se davvero ci creda fino in fondo, però ieri sera – al termine di un’altra giornata di tamponi eseguiti su centinaia di compaesani - ha azzardato un primo bilancio: «Il numero degli infetti cresce più lentamente rispetto all’inizio. Alla fine della settimana avremo finito di testare tutti, ma se la mia impressione è giusta forse stiamo davvero fermando il contagio e tra un po’, magari, si potrà tornare alla normalità». In realtà la situazione resta complessa ma, dopo la chiusura dei negozi e i blocchi alle strade imposti da Esercito e polizia, i 3.350 abitanti si meritano un’iniezione di fiducia.
Altra buona notizia: a Vo’ ieri è tornata anche una delle pazienti che erano ricoverate all’ospedale di Padova. Ora che la febbre è scesa, rimarrà in isolamento a casa. È la prima «dimissione protetta» da quando in Veneto è scoppiata l’emergenza coronavirus.
Complessivamente sono una ventina le persone positive ai test che, non mostrando sintomi, stanno trascorrendo la quarantena a Vo’, senza contatti con l’esterno. Una condizione non molto diversa da quella in cui vivono gli altri abitanti che, per la paura del contagio, restano tappati in casa.
L’unica piazza affollata è quella virtuale, delle pagine Facebook dedicate alla cittadina padovana. Lì si incontra chi è arrabbiato per le code ai tamponi, chi si sfoga per le giornate di lavoro perse e chi vuole solo esprimere solidarietà e vicinanza agli amici in quarantena. Le dinamiche del web sono simili a quelle della vita reale: c’è chi spettegola, chi si offende e chi prova a far da paciere. Un medico di famiglia se la prende con «qualcuna che sta dicendo che sono confinato a casa con febbre alta e positività al test. È assolutamente falso: grazie a Dio sto bene e l’analisi è negativa. Sono confinato al mio domicilio assieme agli altri dottori per ordini superiori, visto che abbiamo avuto contatti con i pazienti». Le malelingue colpiscono anche in isolamento.
Per fortuna, c’è chi cerca di parlare di altro che non siano febbre e tamponi. La proposta la lancia la signora Moira, una commerciante: «Siamo martellati da notizie che mettono ansia. Perché non usiamo Facebook per raccontare come passiamo questo tempo?». Risultato: decine di messaggi svelano la quotidianità di chi è costretto a vivere nel paese fantasma. Il post, pubblicato su «Quelli che… a Vo», si è riempito di foto di biscotti, torte e manicaretti. C’è chi scambia ricette di cucina, chi impasta la pizza con i bambini e chi consiglia un bel libro che sta leggendo. Un voiense mostra la realizzazione di un puzzle, un altro propone di fare giochi on-line. Ogni scusa è buona per trascorrere qualche ora senza pensare al virus.
Ieri la Coldiretti ha espresso «solidarietà e vicinanza alle imprenditrici di Vo’, rinchiuse nelle loro aziende». E l’ha fatto provando a raccontare le storie delle titolari di aziende agricole che, nonostante la paura, devono comunque trascorrere parte delle giornate curando gli animali e preparando il terreno. «Non le abbandoneremo - assicura la presidente di Donne Impresa Veneto, Chiara Bortolas - sono le nostre principesse imprigionate nei loro castelli: le vogliamo considerare così».