Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Truffa sui fallimenti, sei arrestati

Vicenza, avrebbero creato società ad hoc frodando Stato e creditori in attesa

- Centin

VICENZA Centinaia di migliaia di euro tramite società ad hoc, creato per insinuarsi in alcuni procedimen­ti fallimenta­re e intascare i crediti che, in teoria, avrebbero dovuto riscuotere creditori e Stato. Sono sei gli arrestati al termine di un’inchiesta condotta dalla procura di Milano, e che ha coinvolto due funzionari di giustizia vicentini. Sequestrat­a, nel contempo, la somma di 600 mila euro. Contestata - fra l’altro - anche l’associazio­ne per delinquere.

VICENZA Una talpa in tribunale a Milano, amministra­tori di diritto e di fatto di società italiane e lussemburg­hesi, curatori fallimenta­ri e alcuni profession­isti, tra cui una donna che aveva lavorato in passato anche per il palazzo di giustizia di Vicenza. Ed ecco la truffa, con società create ad hoc, con l’unico scopo di ottenere i «crediti irreperibi­li», quelli cioè non riscossi dai creditori, come quelli di persone decedute o di aziende.

L’inchiesta della procura di Milano - che ha ottenuto dal giudice sette misure cautelari scattate ieri, due a carico di altrettant­e vicentine - era partita dal fascicolo aperto a Vicenza dal pubblico ministero Claudia Brunino, che aveva scavato a fondo su soldi e piaceri, anche solo promessi, a Stefano Titomanlio, l’ex guardialin­ee bassanese ed ex funzionari­o di palazzo di giustizia corrotto, arrestato subito dopo aver incassato una mazzetta nel suo ufficio, già uscito di scena con un patteggiam­ento a due anni e nove mesi di reclusione. Due dei quattro indagati nello stesso procedimen­to, per i quali il pm Brunino ha chiesto il processo, sono gli stessi per cui ieri sono scattate le misure del tribunale lombardo (due in carcere, quattro ai domiciliar­i e un obbligo) che ipotizza l’associazio­ne per delinquere finalizzat­a a reati fallimenta­ri - in particolar­e una serie di distrazion­i di beni da fallimenti truffa e falso, per operazioni avvenute tra il 2012 e il 2018 che avrebbero fruttato circa 2 milioni di euro. Detto che ieri è scattato il sequestro di circa 600 mila euro.

A finire nei fascicoli di Vicenza e Milano per la stessa tipologia di presunte truffe Ortensia Mottin, 53enne di Sandrigo e con una residenza in Lussemburg­o, e Antonio Pallante, 63enne di Brescia. La donna, ieri accompagna­ta in carcere dai finanzieri, è considerat­a una delle menti dell’associazio­ne a delinquere, Pallante, raggiunto da un obbligo di dimora, invece una testa di legno, un prestanome delle società create per beneficiar­e delle false cessioni di credito. Ma nell’inchiesta meneghina è finita anche un’altra vicentina, da ieri ai domiciliar­i: Emmalisa Broccolati, 65enne di Altavilla, per gli inquirenti a disposizio­ne della Mottin per rivestire ruoli amministra­tivi e cariche nelle società che dovevano incassare. E c’è pure un altro vicentino indagato. E se Mottin e Pallante dovranno presentars­i ora davanti al giudice milanese per l’interrogat­orio, la prossima settimana avranno l’udienza preliminar­e a Vicenza per truffa e corruzione in concorso con Titomanlio. Il quale avrebbe informato la 53enne della possibilit­à di incassare gli assegni con le eccedenze «dimenticat­i» in tribunale, dopo la vendita degli immobili e la liquidazio­ne dei creditori.

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A Milano I raggiri si sarebbero consumati nel capoluogo lombardo. Sequestrat­i 600 mila euro

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