Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Toccò i cavi con il cestello «Fu omicidio colposo» Il titolare patteggia 22 mesi
MARANO Un anno e dieci mesi di reclusione la pena - sospesa - patteggiata dal titolare; una multa da oltre 17 mila euro, invece, per la sua ditta di Marano Vicentino. Si è chiuso così ieri il processo per il tragico incidente sul lavoro avvenuto il 17 ottobre 2018 a Marano e costato la vita all’elettricista Marco Camposilvan.
Il 26enne di Valli del Pasubio era rimasto folgorato da una scarica da 20 mila volt, avvicinatosi ai cavi della media tensione mentre lavorava sul cestello telescopico di un autocarro nel cantiere dell’illuminazione pubblica di una ditta di Arsiero, impegnato a sostituire i lampioni. Allora era stato trasportato dall’elisoccorso all’ospedale Borgo Trento di Verona, in condizioni disperate, ed era morto il giorno dopo. I familiari erano stati risarciti dall’assicurazione con 800 mila euro. Il datore di lavoro, Francesco Zambon, 50 anni, titolare della «Itel» di Marano, era finito indagato per omicidio colposo, accusato, tra le altre, di non aver fornito una formazione adeguata e sufficiente in materia di sicurezza sul lavoro al dipendente. Che, altro aspetto, non aveva conseguito il patentino per manovrare le piattaforme elevate (Ple).
A quanto pare Camposilvan stava azionando la piattaforma per scendere quando toccò i cavi elettrici, venendo colpito da due scariche. Stralciata, separata dal procedimento principale, invece la posizione dell’ingegnere Bruno Frinzi, 72 anni, in qualità di coordinatore per la progettazione e realizzazione lavori.
Giovane Marco Camposilvan, 26 anni, non aveva il patentino né ricevuto formazione adeguata