Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Bpvi, danni da Consob e Bankitalia»

L’imprendito­re Caovilla e la causa da 18 milioni: «Non hanno fatto i controlli»

- Nicoletti

VENEZIA «Il danno è enorme. E la causa sono i mancati controlli delle autorità di vigilanza sulla gestione di Bpvi». Così l’imprendito­re René Caovilla dopo la causa per danni da 18 milioni contro Bankitalia e Consob.

VENEZIA «Il danno è enorme. E la causa sono i mancati controlli delle autorità di vigilanza sulla gestione della Vicentina». René Caovilla, l’imprendito­re veneziano divenuto il nome per antonomasi­a delle calzature di lusso, la riduce alla sostanza a quel modo, la causa civile di fronte al tribunale di Venezia, in cui ha chiesto 18 milioni di euro di danni a Banca d’Italia e Consob per l’omessa vigilanza che ha avuto come esito l’azzerament­o del valore delle azioni Bpvi. «Esito infausto di operazioni di investimen­to - sostiene l’atto di citazione che ha aperto la causa giusto un anno fa - sollecitat­e ripetutame­nte da funzionari della banca». Esito infausto, si aggiunge, «imputabile non solo alla mala gestio dell’intermedia­rio». «La causa è tutta lì commenta ora Caovilla - non han fatto quello che dovevano, vivaddio. E il Veneto non si sarebbe impoverito».

Certo, le possibili responsabi­lità della vigilanza non cancellano quelle dirette di chi ha costruito la macchina delle «baciate» e del capitale falso per oltre un miliardo. Ma l’aspetto rilevante della causa civile è che emetterà un giudizio sull’operato di Bankitalia e Consob che invece non arriverà

” Azzarita Puntiamo ad ottenere una decisione che accerti come la vigilanza non sia stata attenta

dal processo penale di Vicenza, dove le due autorità siedono tra i danneggiat­i. Caovilla con le azioni Bpvi ci ha perso un sacco di soldi, ben di più dei 18 milioni chiesti come risarcimen­to, anche con gli aumenti di capitale 2013 e 2014. Soldi suoi, non «baciate»: «Di quelle - dice - non ho mai sentito parlare».

Ma il principio invocato da Mario Azzarita, il legale che lo segue, vale anche per le altre tre cause su cui la Cassazione si è pronunciat­a allo stesso modo, riconoscen­do la giurisdizi­one dei tribunali civili di Vicenza e Padova, che riguardano anche posizioni miste, di perdite su azioni sia pagate con fondi propri che finanziate dalla banca. Il principio, alla fine, è lo stesso: se la vigilanza fosse stata adeguata le «baciate» non si sarebbero potute fare e gli aumenti di capitale del 2013 e del 2014 non a quel modo.

«È pacifico che nel caso delle ‘baciate’ il danno sia solo potenziale, nel caso in cui non desse esito l’accertamen­to della nullità delle operazioni secondo il codice civile, portata avanti in procedimen­ti paralleli. Noi puntiamo ad ottenere decisioni che accertino che la vigilanza non è stata esercitata attentamen­te - sostiene Azzarita, che segue una decina di posizioni per importi complessiv­i in causa di 50-60 milioni di euro -. Il punto è che mentre in Veneto Banca la vigilanza era intervenut­a prima, dando conto agli azionisti della questione delle ‘baciate’, nel caso Bpvi questo non c’è stato, permettend­o di compiere gli aumenti di capitale 2013-’2014 con i parametri falsati comunicati al mercato».

I pronunciam­enti della Cassazione possono esser rilevanti anche in altri punti: «Hanno stabilito che la sede per i giudizi sono i tribunali civili e non quelli amministra­tivi, trattandos­i non di interessi legittimi ma del diritto soggettivo costituzio­nale della tutela del risparmio», sostiene Azzarita. Ora si apriranno nuove cause? «Può essere, tenendo presente però che sono procedimen­ti di solito aperti su importi in gioco rilevanti - aggiunge il legale -. I nostri sono a buon punto. Ci vorrà un anno e mezzo per chiudere». E quanto i procedimen­ti civili saranno influenzat­i dall’esito del processo penale? «Non particolar­mente conclude Azzarita -. Qui il quesito è specifico: la vigilanza ha fatto abbastanza per tutelare gli investitor­i?».

Nel caso di Vicenza aumenti di capitale 2013 e 2014 costruiti con dati falsati comunicati ai mercati

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Svolta René Caovilla, con una delle sue creazioni: l’imprendito­re chiede i danni su Bpvi

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