Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Decine di «soffiate» ai vigili: «Attenti, che lì si fa l’aperitivo»
VENEZIA Uno sguardo di disapprovazione mentre si cammina a passo svelto. Poi, girato l’angolo, fuori il cellulare: clic! Una foto compromettente scattata sporgendosi dal muro e una chiamata ai vigili. La voce gronda indignazione: «Voglio segnalare un bar aperto! A quest’ora! Con un sacco di gente fuori che fa aperitivo!». Il maccartismo del 2020 punta sempre il dito contro il rosso ma stavolta preoccupa quello del Campari Bitter. Con gli ultimi provvedimenti governativi che obbligano alla chiusura anticipata di bar, pub e ristoranti, che vietano ogni forma di assembramento, si è aperta la caccia ai dissidenti, a chi sfida le nuove regole a sorsi di spritz, a chi dimentica quanto sia lungo un metro. Decine e decine le segnalazioni in ogni Comune, quelli che non allertano direttamente le centrali operative chiedono prima consiglio sui social: «Sapete a chi posso segnalare un bar di Mestre aperto dopo il coprifuoco? Era pieno di gente». In quel caso, però, parte una diatriba da centinaia e centinaia di commenti: da un lato i sostenitori del «vivi e lascia vivere», dall’altro chi cerca di far capire che, a certi ritmi di contagio, il rischio è proprio per la vita, se non la propria quella degli altri, degli anziani, degli immunodepressi, dei pazienti oncologici. Le «soffiate» non hanno riguardato solo il popolo dell’aperitivo. Lunedì i vigili veneziani sono dovuti intervenire in cimitero, dove si erano riunite una trentina di persone per un ultimo saluto; nessuna funzione funebre in chiesa - ormai le date dei funerali sono un segreto persino per le epigrafi - solo un capannello attorno alla tomba. Eppure tanto è bastato perché la polizia locale ricevesse «numerose segnalazioni di assembramento». Gli agenti sono arrivati, hanno invitato tutti a mantenere le distanze e hanno lasciato concludere, limitandosi a una tirata d’orecchie.
Ieri mattina, invece, è stato il presidente della Municipalità del Lido di Venezia, Danny Carella, a venire tempestato di messaggi e telefonate, questa volta contro il mercato settimanale. «Ero al lavoro ma appena sono uscito ho dovuto segnalare tutto alla polizia e al Comune, viste le tante voci preoccupate. Troppe persone non hanno capito che anche in coda per la frutta bisogna tenersi lontani. A questo punto forse è meglio sospendere le prossime date del mercato rionale».
I primi indiziati, comunque, restano i bevitori: da campo Santa Margherita, luogo simbolo della movida veneziana, le chiamate in centrale erano scattate già sabato sera; le cornette si alzavano negli appartamenti che affacciano sui plateatici. Una vecchia battaglia, quella tra i giovani con il bicchiere in mano e i residenti, che però ora hanno una ragione in più per lamentarsi.