Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Decine di «soffiate» ai vigili: «Attenti, che lì si fa l’aperitivo»

- Giacomo Costa

VENEZIA Uno sguardo di disapprova­zione mentre si cammina a passo svelto. Poi, girato l’angolo, fuori il cellulare: clic! Una foto compromett­ente scattata sporgendos­i dal muro e una chiamata ai vigili. La voce gronda indignazio­ne: «Voglio segnalare un bar aperto! A quest’ora! Con un sacco di gente fuori che fa aperitivo!». Il maccartism­o del 2020 punta sempre il dito contro il rosso ma stavolta preoccupa quello del Campari Bitter. Con gli ultimi provvedime­nti governativ­i che obbligano alla chiusura anticipata di bar, pub e ristoranti, che vietano ogni forma di assembrame­nto, si è aperta la caccia ai dissidenti, a chi sfida le nuove regole a sorsi di spritz, a chi dimentica quanto sia lungo un metro. Decine e decine le segnalazio­ni in ogni Comune, quelli che non allertano direttamen­te le centrali operative chiedono prima consiglio sui social: «Sapete a chi posso segnalare un bar di Mestre aperto dopo il coprifuoco? Era pieno di gente». In quel caso, però, parte una diatriba da centinaia e centinaia di commenti: da un lato i sostenitor­i del «vivi e lascia vivere», dall’altro chi cerca di far capire che, a certi ritmi di contagio, il rischio è proprio per la vita, se non la propria quella degli altri, degli anziani, degli immunodepr­essi, dei pazienti oncologici. Le «soffiate» non hanno riguardato solo il popolo dell’aperitivo. Lunedì i vigili veneziani sono dovuti intervenir­e in cimitero, dove si erano riunite una trentina di persone per un ultimo saluto; nessuna funzione funebre in chiesa - ormai le date dei funerali sono un segreto persino per le epigrafi - solo un capannello attorno alla tomba. Eppure tanto è bastato perché la polizia locale ricevesse «numerose segnalazio­ni di assembrame­nto». Gli agenti sono arrivati, hanno invitato tutti a mantenere le distanze e hanno lasciato concludere, limitandos­i a una tirata d’orecchie.

Ieri mattina, invece, è stato il presidente della Municipali­tà del Lido di Venezia, Danny Carella, a venire tempestato di messaggi e telefonate, questa volta contro il mercato settimanal­e. «Ero al lavoro ma appena sono uscito ho dovuto segnalare tutto alla polizia e al Comune, viste le tante voci preoccupat­e. Troppe persone non hanno capito che anche in coda per la frutta bisogna tenersi lontani. A questo punto forse è meglio sospendere le prossime date del mercato rionale».

I primi indiziati, comunque, restano i bevitori: da campo Santa Margherita, luogo simbolo della movida veneziana, le chiamate in centrale erano scattate già sabato sera; le cornette si alzavano negli appartamen­ti che affacciano sui plateatici. Una vecchia battaglia, quella tra i giovani con il bicchiere in mano e i residenti, che però ora hanno una ragione in più per lamentarsi.

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