Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La Diocesi «congeda» i seminaristi: la vita comunitaria li mette a rischio
VICENZA Il seminario di Vicenza si svuota. L’epidemia da Covid-19 mette in crisi anche la vita di comunità per gli aspiranti sacerdoti, tanto che la Diocesi ha deciso di sospendere ogni attività. «A memoria è la prima volta che accade da decenni», dice don Alessio Graziani, portavoce della curia vicentina. L’annuncio è arrivato ieri, nel giorno in cui in tutta Italia sono scattate le misure del Governo con forti limitazioni a spostamenti e attività in tutta la Penisola per evitare assembramenti di persone. In quest’ottica la Diocesi ha deciso di chiudere le attività del seminario di Borgo Santa Lucia, dove ogni giorno risiedono 30 ragazzi tra i 15 e i 30 anni: «È sospesa la vita comunitaria del seminario maggiore e minore», recita la disposizione della curia diocesana. Il seminario minore coinvolge ragazzi delle scuole medie (solo nei fine settimana) e giovani dai 15 ai 19 anni, che invece vivono assieme dal lunedì al venerdì frequentando le scuole cittadine e con il weekend dedicato al ritorno in famiglia. Poi c’è il seminario maggiore, con i giovani della «comunità di teologia», che studiano e si apprestano al sacerdozio e dunque vivono ogni momento della loro vita assieme. Tutti, ora, sono a casa su disposizione del vescovo, Beniamino Pizziol. Le uniche presenze al seminario sono quelle di preti per i quali la struttura è l’abitazione principale, e lì rimarranno: «Saranno adottate tutte le misure di precauzione e prevenzione stabilite dallo Stato», fanno sapere dalla Diocesi. La chiusura della vita di comunità, in ogni caso, è stata accompagnata ieri anche da altre disposizioni legate all’emergenza sanitaria e in vigore fino al prossimo 3 aprile. Nel territorio della Diocesi sono chiusi i centri parrocchiali, gli oratori e i patronati e pure la sede dalla curia, in centro, rimarrà aperta «solo su appuntamento». Restano aperte le chiese, mentre sono sospese «tutte le riunioni di organismi, equipe, commissioni – recitano le disposizioni della curia – a meno che non siano svolte attraverso i social media». (g.m.c.)