Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Otb e Diesel in utile E l’e-commerce vale oltre 150 milioni
VICENZA (g.f.) In casa Only The Brave (Otb), il gruppo della moda guidato da Renzo Rosso, crescono ricavi e margini, e i risultati 2019 tornano in utile sia per il consolidato di gruppo, per 2 milioni contro i
58 persi nel 2018, sia «in modo significativo» per Diesel. Abbastanza per i vertici di Otb , dopo l’approvazione dei bilanci 2019, per dire che l’inversione di tendenza per la holding della moda è iniziata. «Abbiamo raccolto i frutti di un lavoro iniziato nel 2018 e siamo soddisfatti per varie ragioni - dice l’amministratore delegato di Otb, Ubaldo Minelli -. Nel 2019 siamo cresciuti in tutti i business, in tutte le regioni e in tutti i canali».
E nell’ambito del gruppo a cui fanno capo i marchi Margiela, Marni, Viktor&Rolf e Amiri, e le aziende Staff International e Brave Kid, il dato più significativo resta la ripresa di Diesel, marchio centrale del bouquet e che da solo pesa per il 60% dei ricavi complessivi. In un contesto che vede il fatturato di gruppo tornare a superare il miliardo e mezzo di euro, a 1.530 milioni, +6,4% rispetto ai 1.439 del
2018, con una creazione di cassa che rafforza la posizione finanziaria netta a 124 milioni, Diesel mette a segno un
+2,6%, con ricavi a 873 milioni, quale primo risultato di un processo di riqualificazione e ristrutturazione della distribuzione, anche attraverso tagli a punti vendita «non più in linea con la strategia» e l’apertura di 45 negozi monomarca di nuova concezione.
A cui si aggiungono passi in avanti come le vendite on line. L’e-commerce diretto di Diesel è cresciuto del 24%, portando l’avanzamento complessivo, compresi i canali indiretti, a +11%; lo stesso dato di gruppo. Come dire che oltre
80 milioni di euro per Diesel e
150 per Otb sono ormai generati con le vendite on line.
In termini di marginalità, l’Ebitda consolidato passa dai
41,5 milioni del 2018 ai 190 del
2019. «Risultato che abbiamo ottenuto con un buon lavoro di razionalizzazione, dal taglio degli sprechi all’aumento delle vendite del 9% nei nostri negozi, che danno maggiori margini - aggiunge Minelli -. Siamo convinti di aver messo a punto una buona macchina».
Lavoro di razionalizzazione chiuso, negli Stati Uniti, nella parte più spinosa del Chapter
11, costato 18 milioni di perdite nel 2018. «Diesel Usa – prosegue Minelli - era zavorrata dagli affitti troppo onerosi su cinque negozi e un outlet. Abbiamo provato per mesi a sederci con i proprietari per rinegoziare a condizioni di mercato. Di fronte ad un atteggiamento cieco e sordo siamo ricorsi alla possibilità chirurgica di intervenire su questi contratti, pagando al
100% gli altri creditori, dopo aver dimostrato di avere tutti i mezzi necessari per ripartire con il piano di sviluppo omologato a tempo di record».
In tutto questo, l’emergenza coronavirus. «Abbiamo creato un comitato d’emergenza e stiamo cercando di gestire l’emergenza cercando di prendere decisioni quotidiane che mettano in sicurezza gli obiettivi che ci siamo dati nel 2020, che al momento restano invariati, evitando, contemporaneamente, di assumere misure che, una volta terminata l’emergenza del coronavirus possano limitare le prospettive di crescita nel triennio». Mentre si continua a guardare a possibili acquisizioni. «Tenuto conto che la posizione finanziaria netta è positiva e che il gruppo può contare su 900 milioni di patrimonio netto – chiude il manager - è possibile che la crescita avvenga anche cogliendo opportunità di mercato».