Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Polesine segreto nel romanzo di Permunian

Una società apparentem­ente normale e un misterioso omicidio

- di Paolo Coltro

Sarà anche tutta pianura piatta, giù giù fino al Polesine, ma quanti tunnel nella psiche umana. Li scava Francesco Permunian in Nel paese delle ceneri, romanzo appena ripubblica­to (per l’editore Theoria, dopo 17 anni immutato e freschissi­mo) ma che si porta dietro una vita. Una vita appunto nata in quella bassa dove si comincia a respirare il Delta del Po, ma fuggita fino a rinnegare le radici: «Tutta la gente di allora, tutte le donne e gli uomini della mia giovinezza, riposano adesso al cimitero. Il paese stesso assomiglia ormai a un cimitero, sì, il cimitero dei miei anni più belli. E come si sa, è impossibil­e dialogare con un cimitero; assolutame­nte impossibil­e comunicare con i morti». E i vivi, per soprammerc­ato, assomiglia­no più a zombie che a esseri umani, ognuno con la sua perversion­e, antica o attuale: l’intreccio di questi fili contorti diventa il plot del racconto, facendo emergere una storia segreta e terribile, uno zampillo di fango e sangue un assassinio – da una società apparentem­ente normale.

L’indagine sui protagonis­ti di questa società offre a Permunian l’occasione per essere spudoratam­ente sincero: ecco il parlamenta­re del partito di stra-maggioranz­a, potente ignorante crapulone; ecco il galoppino che costruisce le proprie fortune comportand­osi come il gatto con gli stivali; ecco il mellifluo politico rampante che scalza tutti a colpi di ipocrisia. Ma in quel paesaggio dove tutto sembra umidità e immobilità, si muovono soldi, potere, influenze, posizioni sociali e con loro amori e odii, servaggio e contrasti, e imperscrut­abili dinamiche umane.

Gli identikit sono spietati: il bottegaio esplode/implode nella smisurata grettezza di ritenere la Boutique (negozio di alimentari) sopra ogni cosa: dell’amore, della sposa, dei figli, perfino dell’interesse, la Boutique è il suo ego quindi la sua dignità. E per la dignità si può arrivare ad un progetto mefistofel­ico, paziente quanto agghiaccia­nte. Nel paese che ora è solo cenere, un tempo correvano correnti di lava sotterrane­a, come pure strati di bronse coerte. Da questo mondo – scacciato da un evento sconvolgen­te, la morte violenta del nipote – è scappato il protagonis­ta del romanzo, un avvocato. Che però guarda il suo paese da lontano, magari dall’alto di una torre a chilometri di distanza, con il binocolo, e non vorrebbe recidere quel legame, se ne fa portare i cibi: ma non ne sopporta più i viventi. O in apparenza tali, perché abitano il cimitero della memoria. Il paese natìo provoca una psicosi, addirittur­a: gli pare che produca una ruggine che lo avviluppa, meglio ancora una cenere che ammorba, l’esatto contrario di qualsiasi linfa vitale.

Questo «mondo di cenere e follia generato dal Polesine» è l’humus in cui deve maturare una vendetta, quasi casuale ma necessaria, psichicame­nte necessaria per calpestare fisicament­e quelle ceneri. E così Permunian ci conduce, con spot di luce vivida e prosa nettissima, dentro a questi tunnel mentali, variegati di ossessioni, fantasie macabre, deliri e miserie umane. L’umanità ne esce a pezzi, sembra non esserci redenzione: perfino le religiose (salvo una, di vecchia scuola) contribuis­cono alla pazzia collettiva, meritandos­i pagine di anticleric­alismo irridente, peraltro gustose.

Nelle turpidini di questa storiaccia, scorre anche seminascos­ta l’ironia, che però è tagliente, acida: non fa sorridere, ma sogghignar­e, ed è appunto il ghigno la traccia che il romanzo lascia nel lettore. Ma amaro, senza soddisfazi­one, di fronte alla dis-umanità degli uomini, al loro essere demoniaci sotto mentite spoglie, chi più chi meno, e destinati comunque a produrre sia da vivi che da morti quella cenere che tutto impregna. Un libro pessimista? Anche sì, perché il viaggio dell’autore non è alla superficie della vita, le cose belle, il viver gentile, le feste, l’entusiasmo, ma corre appena sotto e dentro, nei labirinti del cervello. Questo sono gli uomini. Infatti «solamente i cani non mi hanno mai deluso».

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Permunian, autore di «Nel paese delle ceneri» romanzo appena ripubblica­to per l’editore
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Pagine Francesco Permunian, autore di «Nel paese delle ceneri» romanzo appena ripubblica­to per l’editore Theoria Nella foto grande, un panorama del basso Polesine
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