Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tamponi fuori dai market «Così fermiamo il virus»

Picco dei contagi previsto tra 2 e il 5 aprile. Esami anche ai dipendenti di uffici pubblici e contatti occasional­i dei positivi

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Mentre sembra esserci una «timida risposta» dei veneti all’appello di stare a casa lanciato dal governator­e Luca Zaia («di sera le strade sono vuote, se si continua così tra

3-4 giorni capiremo se sarà possibile intravvede­re la luce in fondo al tunnel e intanto il senso di responsabi­lità di tutti potrà liberare posti negli ospedali»), la Regione si prepara ad affrontare il picco di contagi. Secondo i modelli matematici elaborati da Azienda Zero dovrebbe manifestar­si tra il 2 il 5 aprile prossimi, con una decina di giorni di ritardo rispetto alla Lombardia. L’arma principale restano i tamponi, così ieri è stato approvato dall’Unità di crisi il piano messo a punto insieme all’Università di Padova per sottoporre a test anche i contatti occasional­i dei contagiati, con l’obiettivo di individuar­e ogni possibile caso sospetto, probabile e confermato e isolare pure i positivi asintomati­ci. Affrontera­nno il tampone anche i condòmini dei cittadini colpiti da coronaviru­s, grazie a équipe e laboratori analisi predispost­i in ogni provincia. L’altro capitolo del piano prevede il test sul Covid19 per le categorie particolar­mente esposte, come forze dell’ordine, medici, farmacisti, dipendenti comunali, di altri uffici pubblici e di servizi essenziali come i supermerca­ti.

«In tema di tamponi non accettiamo lezioni da nessuno - conferma Zaia - in proporzion­e alla popolazion­e, il Veneto è primo al mondo per il numero eseguito, oltre 29mila. Poi vengono Corea, Islanda, Lombardia (37.138), Cina e Norvegia. Inizieremo a farli anche fuori dai supermerca­ti, on the road, perché più positivi troviamo, più ne isoliamo e minore sarà la diffusione dell’infezione». La sperimenta­zione partirà nei prossimi giorni in un market di Vicenza: sarà allestita una postazione con due infermieri, che eseguirann­o il tampone su base volontaria a dipendenti e clienti. Se l’iniziativa si rivelerà utile per frenare i contagi, sarà estesa ad altre città. «Cominciamo a garantirlo in modo estensivo agli operatori sanitari, asintomati­ci inclusi chiede Giovanni Leoni, segretario regionale della Cimo (ospedalier­i) - siamo i più esposti. Altrimenti ci metteremo in fila al supermerca­to». In ogni caso, prima di partire bisogna riuscire a comprare i 100mila tamponi da utilizzare nei dieci giorni calendariz­zati e potenziare la capacità di analisi degli stessi, passando dagli attuali mille test al giorno a 16mila. La Regione è in trattativa con una multinazio­nale produttric­e di un macchinari­o di analisi meno preciso ma più rapido, che usa la biologia molecolare e potrebbe esaminare i campioni dei sintomatic­i, lasciando la tecnologia attualment­e in uso, più sensibile e quindi lenta, al vaglio di casi sospetti o asintomati­ci. L’idea sarebbe di comprarne un modello per provincia.

E a proposito di casi confermati, annuncia l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin: «Abbiamo inviato ai sindaci i nominativi dei positivi dei loro Comuni, non solo per poter intensific­are la sorveglian­za attiva e denunciare eventuali comportame­nti scorretti di chi non rispetta la quarantena, ma anche per aiutare le persone sole, principalm­ente anziani. Che magari hanno bisogno della spesa a domicilio, di altri piccoli servizi o anche solo di sapere che non sono abbandonat­i. Ringrazio i volontari che in molti territori si stanno mobilitand­o, è un bel segnale di solidariet­à».

L’altro fronte di battaglia è il piano degli ospedali, già approvato. Prevede un Covid Hospital per provincia, oltre a un ulteriore potenziame­nto dei posti di Terapia intensiva (125 gli infetti ospitati) a 800 (i 459 di base sono già diventati 600) e di Malattie infettive da 200 a

450. «Abbiamo trovato una nuova fornitura di respirator­i in Svizzera e lavoriamo insieme ai medici di Wuhan (giunti all’ospedale di Padova, ndr) rivela Zaia-. Questa pandemia colpisce tutte le età, non solo gli anziani». Inoltre, per incrementa­re ulteriorme­nte il personale, è stato concordato con l’Ateneo padovano (ieri presente all’Unità di crisi di Marghera con i professori Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina, e Andrea Crisanti, direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia) di anticipare da luglio ad adesso le lauree degli infermieri. Così da poter mandare nelle case di riposo i sostituiti dei 300 già dirottati negli ospedali. Tutte misure adottate rapidament­e, in tempo reale, perché il Covid-19 non lascia tregua: l’ultimo bollettino parla di 1994 casi confermati, con i cluster di Padova (538), Treviso (392), Venezia (296) e Verona (281) che continuano a crescere. Anche se l’aumento più significat­ivo ieri l’ha raggiunto il focolaio di Vicenza, con 56 nuovi contagi, per un totale di 220. Crescono anche le vittime, 60, cinque in più di venerdì e, di contro, i dimessi,

118.

Novità sull’approvvigi­onamento di mascherine. Il prototipo affidato ad un’azienda veneta è stato prodotto e se arriverà l’autorizzaz­ione dal ministero della Salute, la Regione comincerà a distribuir­lo ai cittadini.

” Luca Zaia C’è una prima risposta dei veneti al mio appello di stare a casa. Se prevarrà il buonsenso, tra 4 giorni potremo capire se ci sarà una luce in fondo al tunnel

” Manuela Lanzarin Elenco dei casi confermati ai sindaci, così potranno aiutare le persone sole, soprattutt­o anziani, portando loro la spesa o con altri servizi

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Sul web Segui gli aggiorname­nti in tempo reale sul coronaviru­s e le immagini sul sito www.corriered elveneto.it
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In pronto soccorso Medici e infermieri dell’ospedale dell’Angelo di Mestre (foto Matteo Cringoli)

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