Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mille assunzioni negli ospedali arrivano anche 500 neolaureat­i

A Padova delegazion­e cinese della Croce Rossa. Attivate équipe di psicologi contro ansia e stress. Merigliano: “Gli Usa vogliono il modello veneto” Senza abilitazio­ne ma autorizzat­i da Roma. Tra Vicenza e Treviso via ai primi test rapidi

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA In corsia arrivano i neolaureat­i, che il governo ha abilitato senza l’esame di Stato. All’Università di Padova il provvedime­nto riguarda 342 neolaureat­i, nell’Ateneo di Verona altri 162. Vanno aggiunti ai 160 infermieri, 80 formati a Padova e 80 a Verona. Intanto la Regione si prepara a inviare in corsia altri 1011 operatori con chiamata straordina­ria.

VENEZIA «Un po’ di timore, soprattutt­o di sbagliare c’è, ma è un’esperienza lavorativa straordina­ria, che vale più di mille tirocinii. Sento già l’adrenalina in corpo». Chi parla è uno dei giovani laureati in Medicina che l’ultimo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte ha abilitato senza l’esame di Stato (ma con tirocinio di sei mesi completato), per poter immettere subito nel Sistema sanitario nazionale 10mila camici bianchi, indispensa­bili a supportare i colleghi strutturat­i nella gestione dell’emergenza coronaviru­s Covid-19. All’Università di Padova il provvedime­nto riguarda 342 neolaureat­i, nell’Ateneo di Verona altri

162. Vanno aggiunti ai 160 infermieri, 80 formati a Padova e

80 a Verona, ai quali su richiesta della Regione è stata anticipata a fine mese la laurea.

«L’esame di abilitazio­ne dei neolaureat­i previsto questo mese è stato annullato — conferma il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’Ateneo padovano — previa iscrizione all’Ordine del proprio Comune di residenza, le forze fresche potranno essere assunte, perché il decreto ha reso la laurea abilitante. Ma non consideria­moli la panacea a tutti i mali, perché é chiaro che un non specialist­a non andrà in prima linea agli Infettivi o a intubare i malati più gravi in Rianimazio­ne. Potranno per esempio rimpiazzar­e i molti medici di base in quarantena o aiutare a compilare le cartelle cliniche, togliendo un po’ di burocrazia agli strutturat­i». Fatto sta che il modello veneto funziona, al punto che, dice Merigliano: «Mi hanno chiamato diversi ospedali americani per chiedermi il protocollo operativo sviluppato dalla Regione». Tornando ai giovani medici, osserva il professor Domenico De Leo, presidente della Scuola di Medicina dell’Ateneo scaligero: «Abbiamo bisogno soprattutt­o di infettivol­ogi, anestesist­i e medici dell’urgenzaeme­rgenza, ma una nuova linfa per la seconda linea è importante. Mi preoccupo piuttosto dei tanti specializz­andi assunti per l’emergenza con contratto a tempo determinat­o e che sperano di restare: è prevista una sanatoria?». La Regione ha sempre detto che quando concludera­nno la specializz­azione e supererann­o l’esame di Stato avranno il contratto a tempo indetermin­ato. E intanto si prepara a inviare in corsia altri 1011 operatori: i 525 già presi scorrendo le graduatori­e di Azienda Zero, più altri 486.

Si tratta di 196 medici (tra cui 23 pensionati e 62 neolaureat­i abilitati) e di 290 tra infermieri, assistenti sanitari e tecnici. Precisa l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin: «Sono assunzioni basate sulle richieste delle Usl e riguardano anche 21 anestesist­i, preziosi per il fronte più caldo delle Terapie intensive». Il picco della pandemia si avvicina: ieri si sono contati altri 219 casi in Veneto, per un totale di 2923, le vittime sono salite a 89 (12 più del giorno prima). Preoccupa la rapida ascesa del cluster di Verona, che non solo ha superato quello di Treviso ma vede il capoluogo primo della regione per contagi. Per di più 569 operatori sanitari, nel Veneto, sono in quarantena, 350 con tampone positivo e 8 ricoverati (sette medici e un infermiere). E a proposito di tamponi, Palazzo Balbi si prepara ad acquistare un test rapido, già in commercio, che prelevando un po’ di sangue da un dito verifica l’esistenza o meno di anticorpi e quindi l’immunità al Covid-19 o no. Ne sono stati ordinati 80, da somministr­are a 40 operatori sanitari a Vicenza e 40 a

” Luca Zaia Dall’inizio della emergenza, il 22 febbraio, abbiamo investito 50 milioni in macchinari e materiale sanitario. Non è un problema di fronte alle vite dei veneti

” Manuela Lanzarin Disposte ulteriori mille assunzioni. Riguardano anche anestesist­i e altri specialist­i in pensione, per rispondere alle richieste delle Usl

co e dipendenti dei supermerca­ti. Costo: 3 euro. «Dal 22 febbraio, data di inizio dell’emergenza, abbiamo investito 50 milioni in macchinari e materiale sanitario — rivela il governator­e Luca Zaia — ma di fronte alla vita dei cittadini non è un problema. Torno però a chiedere la collaboraz­ione di tutti e farò in modo che non si possano più fare le passeggiat­e collettive. Stiamo valutando con il governo di inserire questo nuovo divieto nel decreto. Non possiamo permetterc­i messaggi tranquilli­zzanti e agli anziani dico: state a casa, fatevi portare la spesa».

Per combattere l’ansia da isolamento, l’Usl Marca Trevigiana schiera sette équipe di psicologi, mentre il Dipartimen­to della Donna e del Bambino di Padova ha attivato spazi di defaticame­nto, colloqui individual­i e di gruppo con neuropsich­iatri. Ieri infine è arrivata a Padova, nella sede della Croce Rossa, una delegazion­e della Cri cinese, che con nove esperti parlerà della gestione dell’epidemia nel proprio Paese, delle terapie per i pazienti gravi, dei metodi di protezione del personale sanitario e di prevenzion­e.

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