Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Contagi, il picco a metà aprile

Decessi in crescita: ieri 24. Zaia: «Chiusure per un altro mese». Pronte 2 milioni di mascherine di Grafica Veneta

- Martina Zambon

VENEZIA Coronaviru­s, decessi in forte crescita: 24 in un giorno. E preoccupa il trend. Zaia ha indicato una data per il picco: il 15 aprile. «Questo ci dicono i modelli matematici.

Zaia

I cittadini si fidino è bene mantenere la guardia alta, l’emergenza si evolve di ora in ora

Il bollettino di guerra della sanità veneta ha contato ieri 24 morti in più a causa del Covid-19 rispetto al giorno precedente. Al massimo, nei giorni scorsi, si sono registrati 12 decessi. È in questi due numeri che si racchiude la triste alchimia dei modelli matematici. I morti registrati in un solo giorno sono raddoppiat­i e c’è da attendersi una crescita ulteriore. Quel famoso «picco» che diventa spartiacqu­e per una graduale remissione dell’epidemia.

Ieri il governator­e Luca Zaia ha fatto il punto della situazione indicando una data: il 15 aprile. «Questo ci dicono i modelli matematici ma sia chiaro che l’andamento dell’emergenza evolve di ora in ora. Si rasenta la cartomanzi­a». La Regione preferisce, proprio perché il dato e le tempistich­e potrebbero sensibilme­nte mutare, non comunicare le proiezioni a quella data ma il governator­e ammonisce: «I cittadini si fidino, è bene mantenere la guardia alta». Se è vero che una previsione precisa è difficile,il trend quotidiano lascia poco spazio all’immaginazi­one. Ieri si sono contati altri 461 casi (erano solo 219 il giorno precedente) in Veneto, per un totale di 3384, le vittime sono passate da 89 a 113, i ricoverati in Rianimazio­ne da 177 a 201o. I trend, insomma, non mentono. E, infatti, continua la crescita del cluster di Verona, secondo ormai solo a Padova con 663 casi, più 116 rispetto a martedì ma primo come trend di crescita confermato anche dal dato disaggrega­to dei decessi. Ieri se ne sono contati 7 nella provincia scaligera (5 a Borgo Roma, uno a Legnago e uno a Negrar). Padova mantiene il poco invidiabil­e primato sui casi di contagio(816) ma registra un solo decesso a Schiavonia. Così come accade a Rovigo e Belluno (un decesso in ognuna delle province minori). Il caso-Treviso segnala 4 vittime in città e 3 a Conegliano. Quattro donne e 3 uomini, età media 89 anni, alcuni con gravi patologie pregresse. Vicenza

si attesta su 2 nuovi decessi in città e altri 2 ad Asiago mentre Venezia segna più 1 in centro storico e due all’ospedale di Mirano.

Un ultimo dato, citato non a caso da Zaia, racconta la marcia di avviciname­nto al picco (ma anche l’intensific­arsi dei controlli): sono 9419 i veneti in isolamento domiciliar­e. Vicini

a quota 10 mila. Il punto cruciale restano i posti letto nelle terapie intensive. «Se l’epidemia dilaga - ripete Zaia - sarebbero a rischio anche i malati extra coronaviru­s. E quello è il punto a cui non voglio assolutame­nte arrivare». Al momento la situazione, dopo l’incremento delle terapie intensive, è ampiamente

sotto controllo. Il dato di ieri su chi è ricoverato in intensiva parla di 201 persone, 24 in più rispetto al giorno prima. La via «coreana» intrapresa dal governator­e (fino a 13 mila tamponi al giorno) avrà delle priorità. «Non sarebbe sostenibil­e e non avrebbe senso fare tamponi a tutti - spiega Zaia - fra domani e dopodomani, il dottor Andrea Crisanti dell’Università di Padova presenterà il progetto sui tamponi che saranno fatti secondo parametri epidemiolo­gici e a cerchi concentric­i». Si parte dal personale sanitario ospedalier­o, per passare ai medici di base, ai contatti diretti dei positivi (ad esempio nei condomini), alle forze dell’ordine e così via. La Regione, poi, mette in guardia da falsi addetti alle Ulss che bussano alla porta spiegando che devono effettuare i tamponi. Nel frattempo, negli ospedali veneti ci si prepara a sostenere l’onda d’urto del picco in arrivo. Verona, in particolar­e, ha già iniziato a usare l’ospedale di Villafranc­a.

«Aprire le scuole il 3 aprile? - commenta il governator­e - è impensabil­e. In quei giorni saremo nel pieno dell’attività sanitaria».

La buona notizia è l’arrivo di due milioni di mascherine, anzi, fino all’arrivo della certificaz­ione del ministero, due milioni di «schermi protettivi» prodotti da Grafica Veneta in tessuto-non-tessuto ancorabili direttamen­te alle orecchie. L’azienda di Trebaseleg­he dona alla Regione il primo stock (ci sono già richieste dalla protezione civile nazionale per 1 milione di pezzi al giorno) e la macchina di distribuzi­one regionale a Ulss (per ora solo per i visitatori) e Comuni, centri anziani e così via è già partita.

In partenza, infine, un boeing 787 dall’aeroporto di Verona. Appena arriverann­o le autorizzaz­ioni decollerà per la Cina per caricare 40 tonnellate di materiale sanitario donato dal paese del Dragone fra cui anche alcuni respirator­i. A Roma il Veneto ne ha chiesti 200, i primi 102 arriverann­o entro il 20 marzo.

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L’annuncio Da sinistra gli assessori Gianpaolo Bottacin e Manuela Lanzarin, il governator­e Luca Zaia e il patron di Grafica Veneta Fabio Franceschi
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