Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Da Bordin alla Levorato ok dei runner allo stop «È l’ora di fare sacrifici rinunceremo alla corsa»
PADOVA Da giorni sono il bersaglio di invettive su Facebook, di insulti per la strada, di «delazioni» alle forze dell’ordine: i runners e i ciclisti sono nel mirino. Se la prescrizione era di stare lontani dagli assembramenti, ritrovare fiumi di corridori sugli argini in città non è decisamente confortante: «Le regole sono chiare a tutti da giorni – dice il vicentino Gelindo Bordin indimenticato oro olimpico in maratona alle olimpiadi di Seul nell’88 – si era detto di andare a correre in posti isolati, alcuni non hanno rispettato la prescrizione e ora tutti a casa – afferma – io corro pochissimo ora, perché sono impegnato al lavoro (Bordin è manager della Diadora, ora in smart-working ndr) e quindi la sera è difficile andare a correre in posti che non siano già frequentati da altre persone, rinuncerò anche a quel poco se sarà necessario, e comunque in casa si può fare potenziamento muscolare per addominali, braccia, gambe, tutte attività che i podisti trascurano e che invece sono importanti».
Favorevole al blocco la velocista veneziana, ma padovana di adozione, Manuela Levorato, campionessa europea e primatista nazionale. «E’ arrivato il momento di fare dei sacrifici e i runners non sono una categoria a parte – dice – era chiaro che si doveva stare lontani dai posti molto frequentati, c’è chi non ha rispettato questa regola e per colpa loro adesso tutti a casa. Io abito a Padova in una zona molto vicina agli argini, davanti a casa mia c’è una pista pedonale che porta al Bacchiglione e se mi affaccio anche adesso vedo gente che cammina e che corre, forse non hanno capito a gravità della situazione, a questo punto intervenga la legge, lo so quanto può essere pesante l’assenza di attività fisica per chi è abituato a farla tutti i giorni, io andavo a correre e in palestra e ora me ne sto a casa, ci sono degli ottimi canali on line dove trovare spunti per fare esercizi senza uscire, io mi sono adeguata e si devono adeguare tutti altrimenti non se ne esce». «Mi dispiacerebbe molto che si prendesse la decisione di fermare i podisti – afferma un altro campione italiano di maratona, il padovano Ruggero Pertile – io stesso vado ancora a correre nel graticolato romano (Alta Padovana) lungo strade di campagna dove non passa nessuno. Esco sempre solo, due o tre volte alla settimana per 50 minuti non di più, evidentemente non si è capito che non si deve stare tutti insieme, se sarà necessario mi fermerò. Ci si può allenare anche in casa: per me è facile, mia moglie è personal trainer...»