Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sport e ipermercati, lite sui divieti
Ordinanza da Roma: jogging solo vicino a casa. Ma Zaia tira dritto sullo stop alle spese la domenica, legali in campo
VENEZIA È lite tra il Veneto e il governo sulla nuova stretta anti coronavirus. Con un’ordinanza il ministero vieta le attività ludiche all’aperto e consente lo sport solo da soli e vicino a casa. Norma meno restrittiva di quella firmata ieri mattina da Zaia, che pone limiti più severi e vietava l’apertura degli iper la domenica.
VENEZIA Parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici chiusi in tutta Italia, sport all’aperto sì ma tassativamente in solitaria e rimanendo «in prossimità di casa», chiudono i bar delle stazioni ferroviarie ma non gli autogrill e divieto tassativo di raggiungere le seconde case dal venerdì al lunedì. Questi i punti dell’ordinanza del ministero della Salute firmata in serata dal ministro Roberto Speranza e in vigore da oggi e fino a mercoledì 25 marzo, data in cui scade il Dpcm che ha reso l’intero territorio nazionale «zona rossa». Un’ordinanza che, a differenza di un Dpcm, scalza (ma non troppo) un’altra ordinanza, quella firmata poche ore prima dal governatore Luca Zaia. Nella nuova norma regionale, Palazzo Balbi, oltre alla chiusura di parchi e aree verdi, ricorda che l’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi nei centri urbani e in territorio extraurbano sono soggetti alle limitazioni già previste. Vale a dire, niente giri in bici o passeggiate non strettamente necessarie per lavoro, per fare la spesa o per necessità sanitarie. C’è poi un punto, molto sentito dalla popolazione, su un’altra motivazione per uscire di casa, quella di portare fuori il proprio cane per «necessità fisiologiche» recita l’ordinanza che introduce un nuovo limite: è ammesso sì ma «la persona è obbligata a rimanere nelle immediate vicinanze della residenza o dimora e comunque a distanza non superiore a 200 metri». Restano aperte farmacie, parafarmacie ed edicole ma solo a patto di entrarci uno per volta.
E arriviamo al nodo delle aperture domenicali dei supermercati vietate dalla Regione la domenica e non contemplata dall’ordinanza ministeriale. Ora, questo pacchetto di norme, in vigore in Veneto fino al 3 aprile, sarà modificato dall’ordinanza di Speranza? Il nodo da sciogliere è proprio quello dei supermercati chiusi la domenica. Al netto della Realpolitik di quasi tutte le catene commerciali (ultimi in ordine di tempo i supermercati Alì) che hanno deciso autonomamente di chiudere la domenica per dare respiro ai dipendenti, il presidente Zaia spiega: «Prendiamo atto dell’ordinanza del ministro Speranza. Per quanto riguarda le attività all’aperto, l’ordinanza è sostanzialmente in linea con quella della Regione del Veneto. Per quanto riguarda invece le attività commerciali, rimando alla valutazione nel merito del provvedimento che domani mattina (stamattina ndr) effettuerò con lo staff del servizio legislativo e dell’avvocatura regionali. Tenendo conto che entro il 25 marzo il Governo dovrà comunque emanare un nuovo Dpcm». Per far la spesa la domenica, insomma, si vedrà, a patto di trovare un iper aperto. Una tempesta in un bicchier d’acqua verrebbe da dire ma nell’infuocata riunione fra le Regioni e il governo, ieri pomeriggio, i temi sono stati alti. In ballo ci sono una serie di principi costituzionali. In particolare, la norma dei 200 metri di uscita concessi da casa della norma regionale, lascia perplessi i palazzi romani rispetto al diritto costituzionale della libertà di movimento. «In realtà nulla osterebbe a una limitazione a questo diritto - spiega il costituzionalista dell’università di Padova, Sandro De Nardi - grazie alla lungimiranza dei padri e delle madri costituenti. L’articolo 16 della Carta sulla libertà di movimento specifica “salve motivazioni di sanità e sicurezza pubblica” con legge. Sulle attività commerciali, poi, la Regione ha margini di manovra nella parte in cui detta orari di apertura tanto più che, in merito, l’ordinanza ministeriale non dice nulla, quindi potrebbe essere un concorso di fonti giuridiche non in contraddizione». Un parere condiviso anche dal sottosegretario al Viminale, Achille Variati: «Sono favorevole alla chiusura domenicale degli iper, è necessario dare un momento di pausa a cassiere e magazzinieri, angeli tanto quanto lo sono medici e sanitari. Certo, per evitare di confondere i cittadini, meglio sarebbe concordare le ordinanze regionali col governo».