Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Santorso diventa polo Covid «Dimetteremo e trasferiremo fino al termine dell’epidemia»
Simoni (Usl 7): «Avremo 66 posti». Ad Asiago stop a nascite e chirurgia
SANTORSO «L’ospedale di Santorso è aperto e funziona, ma si comincerà a dimettere e si accoglierà di meno». Lunedì inizierà la riorganizzazione in ospedale Covid-19: il direttore generale dell’Usl 7 Pedemontana, Bortolo Simoni, conferma che è partita la macchina per trasformare il polo altovicentino in hub provinciale destinato ai malati di Coronavirus. Esclusa nei giorni scorsi la proposta ventilata da politici, sindacalisti e cittadini a livello locale di reimpiegare i vecchi ospedali di Schio e Thiene, nell’azienda sanitaria la rimodulazione è ormai questione di giorni, ore.
Sindaci e cittadini del territorio altovicentino sono preoccupati. Ad emergenza conclusa cosa succederà alla struttura di Santorso?
«È già stato specificato che dopo la fine dell’epidemia tutto tornerà come prima».
Il direttore generale
Asiago ridurrà l’attività, Bassano avrà un assetto correlato all’evoluzione di Santorso
È vero che già adesso non accettate pazienti a Santorso?
«Non è assolutamente così. L’ospedale funziona come prima, si nasce e si muore. Vedo molta ansia sul “come” e il “cosa”: stiamo predisponendo un piano e siamo in pre-allerta, iniziamo a fare azioni coerenti con il futuro ma nella sostanza non è cambiato nulla».
Quali sono le tempistiche?
«Dalla settimana prossima si accoglierà di meno, l’indispensabile, e si inizierà a dimettere chi può tornare al proprio domicilio oppure andare in altre strutture: Villa Miari a Santorso, l’Opera Immacolata concezione a Thiene, l’Isac di Bassano ma anche Marostica, dove abbiamo una nostra struttura con una trentina di letti».
Cosa accadrà ai reparti di Pronto Soccorso e Maternità?
«Per ora sono là, nessuno viene mandato indietro. Però non sappiamo ancora se rimarranno mentre Santorso sarà ospedale Covid».
A lavorare saranno gli stessi operatori sanitari che sono a Santorso adesso?
«Presumo proprio di sì. Ci saranno anche degli spostamenti di équipe: ne arriveranno da Asiago, ne arriveranno dal San Bassiano. Viceversa, qualcuno andrà a Bassano. Le azioni intraprese riguardano anche gli ospedali di Asiago (sospesi i reparti punto nascite, chirurgia, pediatria e ortopedia, ndr.) e Bassano: nel primo oggi abbiamo dato indicazioni precise per una riduzione delle attività, mentre l’altro avrà un assetto correlato all’evoluzione di Santorso».
I sindacati denunciano la carenza di dispositivi individuali di protezione per medici e infermieri.
«I dispositivi ci sono. Vengono distribuiti agli operatori man mano che arrivano i rifornimenti in un ordine che considera anche il livello di rischio».
Arriveranno pazienti e operatori anche da Vicenza?
«L’ospedale Covid sarà punto di riferimento per tutta la provincia. Quando sarà attivo concorderemo con Vicenza l’arrivo di pazienti sia in terapia intensiva che semi intensiva. Prevedibilmente arriverà anche del personale».
La popolazione altovicentina a quali ospedali dovrà rivolgersi?
«Come succedeva prima, potrà rivolgersi ad Asiago o Bassano, o a seconda delle specialità ad ospedali di altre Usl».
Avete strumenti e macchine per l’ospedale Covid?
«Circa la Rianimazione, ci saranno 66 posti letto in terapia intensiva, di cui venti sono già presenti, e altri venti in semi intensiva. Le attrezzature – letti, monitor e apparecchiature - arriveranno dalla Regione».