Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«L’afa frena i contagi» Ma in Veneto la stagione calda è ancora lontana
Temperature rigide fino a metà aprile
VENEZIA Può esserci una correlazione tra il caldo e il coronavirus? É una delle tante domande che circolano in queste settimane. L’epidemia avanza, si continua a morire, gli ospedali sono allo stremo. In uno scenario che fa davvero paura sono apparsi alcuni studi scientifici che indagano la correlazione tra aumento delle temperature e diffusione del virus. I ricercatori del Massachussets Institute of Technology (Mit) di Boston hanno evidenziato il fatto che il coronavirus sia dilagato maggiormente in zone dove le temperature si attestavano tra i 3 e i 17 gradi, mentre l’Università del Maryland ha ridotto la forbice tra i 5 e gli 11 gradi, aggiungendo che anche l’umidità potrebbe giocare un ruolo importante: più l’aria è secca meglio circolerebbe il virus.
Temperature di questo tipo hanno caratterizzato la fascia che comprende la provincia di Hubei (da dove è partito il virus), il Veneto e, più in generale, il Nord Italia, come anche Francia, Spagna e Germania. «Si tratta di ipotesi, è bene chiarirlo - dice il climatologo Luca Mercalli Seppur molto interessanti. L’estate avanza e quando arriverà il caldo potremo capire se queste teorie sono vere o meno. Ci chiediamo come mai in zone come l’India, subtropicali, il virus non sia così diffuso come da noi: parliamo di Paesi sovrappopolati, com mille problemi dovuti alla povertà. Ci saremmo aspettati un milione di morti vedendo ciò che accade in Italia e invece no: come mai?». Se i ricercatori avessero ragione si dovrebbe sperare nell’arrivo del caldo umido. Ma il meteo per i prossimi giorni non sembra favorevole: «Domani (oggi, ndr) proseguirà il suo viaggio una perturbazione quindi ci saranno deboli precipitazioni e temperature invernali - spiega il meteorologo di 3B Meteo, Edoardo Ferrara - Le massime si aggireranno attorno ai 10 gradi con punte