Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fa festa a casa con amici: sei multati
Vicenza, nei guai gruppo di giovani di Valdagno. Intensificati i pattugliamenti
VICENZA Aveva la casa libera ed ha pensato di organizzare una festa con sei amici, alcuni dei quali minori. Ma la musica e gli schiamazzi hanno tradito un gruppetto di giovani di Valdagno, che hanno subito un blitz delle forze dell’ordine e sono stati multati. Il bilancio dei controlli (potenziati) antiviolazioni dei provvedimenti sul Covid-19 mietono nuove vittime nel Vicentino. Fra loro, un giovane recatosi a scuola per protestare contro i brutti voti dati al fratello.
VICENZA La «seratona» tra amici, approfittando della casa libera, i brutti voti del fratello da discutere col preside e la bimba da tutelare portandola lontana da possibili contagi. La lista di coloro che, in questi giorni di emergenza sanitaria, si azzardano a mettere il naso fuori casa senza una giustificazione valida, si allunga di giorno in giorno. Con situazioni anche incredibili, di sicuro ingiustificabili. Ci sono i sei ragazzi di Valdagno, stranieri e italiani dai 22 ai 16 anni, che vanno a casa dell’amico senza genitori per una sera, improvvisando una festa, che però viene interrotta loro malgrado dopo la chiamata dei vicini ai carabinieri, per gli schiamazzi in piena notte che disturbavano il sonno. E così gli ospiti sono tutti stati rimandati a casa dai militari con una multa salata (di 400 euro, ridotta a 280 euro se pagata entro trenta giorni), quella che dovranno pagare invece i genitori dei tre minorenni che si sono visti suonare alla porta dai militari. E c’è il ghanese 28enne un po’ troppo apprensivo che, vistosi negare un colloquio con il preside della scuola superiore per discutere dei brutti voti del fratello, venerdì ha preso l’auto e si è presentato di persona all’istituto del paese, a Noventa Vicentina, incurante delle misure anti coronavirus. Quel cancello non si è aperto, solo il libretto dei carabinieri per verbale e sanzione. E infine c’è il papà 40enne di Gazzo Padovano che, in attesa dell’esito del tampone a cui era stata sottoposta una zia vicina di casa, ha portato la figlia piccola da parenti a Vicenza e venerdì si è presentato da loro preoccupato per gli incubi della bimba. Controllato la sera dai poliziotti in via Tripoli e portato in questura perché senza autocertificazione, è stato multato. Le sue ragioni sono state ritenute insufficienti, in violazione del decreto del 25 marzo che non prevede più denunce penali ma sanzioni amministrative.
Intanto, in questi giorni vigili e forze dell’ordine stanno aumentando i controlli, specie in centro storico, con l’ausilio di un maggior numero di pattuglie che passeranno nel cuore di Vicenza ogni sera e ogni notte, su disposizione della prefettura. Ieri il sindaco Francesco Rucco ha effettuato alcuni sopralluoghi con i volontari della protezione civile comunale impegnati nella distribuzione di mascherine nei supermercati e la sua impressione è precisa: «Vedo ancora molta gente in giro, troppa dichiara Rucco - ed è mia intenzione chiedere al presidente Luca Zaia (presidente della giunta regionale del Veneto, ndr.) un’ordinanza regionale ancora più restrittiva, perché in molti ancora non adottano tutti i comportamenti richiesti». E la presa di posizione del primo cittadino si estende anche al tema dei controlli attraverso i droni, il cui utilizzo ieri sarebbe stato stoppato dal ministero dell’Interno in attesa di «approfondimenti», in particolar modo legati ai temi come privacy e sicurezza: «Più che dei droni - osserva Rucco - ci si dovrebbe preoccupare piuttosto di dare strumenti più efficaci contro le violazioni alle misure anti-contagio. La semplice sanzione amministrativa è inutile, una presa in giro, specie per quelle persone che non hanno nulla da perdere. Serve l’arresto per chi viola le disposizioni del governo, come fanno in altri Paesi come Spagna e Regno Unito».