Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sartori: «Torno al tennis veneto per scoprire il nuovo Sinner»

Il maestro Fit vicentino, scopritore di tanti talenti, riparte dalle origini

- Barana

Massimo Sartori (nella foto in primo piano), scopritore di talenti della racchetta, riparte dal Veneto: «C’è tanto su cui poter lavorare».

Un lungo girovagare. «Ma la strada, alla fine, ti riporta a casa dice Massimo Sartori, maestro Fit e tra i coach di tennis più stimati al mondo. Max, perché così lo chiamano tutti nel circuito, a 53 anni è tornato dov’è nato, a Vicenza (da dicembre è al Ctv), dopo 15 anni passati in Alto Adige, a crescere e portare ai vertici internazio­nali Andreas Seppi, e dieci in Liguria, maestro all’Accademia di Riccardo Piatti, dove è esplosa la stella di Jannik Sinner, che proprio Sartori ha scovato in Alto Adige. Saramago lo definiva il «ritornare sui passi già dati per tracciarvi nuovi confini». In effetti Sartori culla un progetto: «Vorrei contribuir­e a rilanciare il tennis veneto». Intanto al Ctv attende Seppi e già lavora con Marco Cecchinato, tra i giocatori di interesse nazionale per la federazion­e e perciò libero di allenarsi in piena emergenza coronaviru­s.

Sartori, com’è allenare in questi giorni?

«Strano. A fine seduta dobbiamo farci la doccia a casa. La situazione è seria».

Come mai è tornato a Vicenza?

«Dovevo stare vicino a mia madre. A novembre è mancato mio padre e sono cambiate le mie esigenze».

E così ha salutato il Piatti Center di Bordighera, dove lavorava dal 2010...

«Anni meraviglio­si e importanti. Con Riccardo c’è sempre stato grande feeling. Lì c’è il meglio, maestri e preparator­i atletici che ci invidiano dappertutt­o».

E lì ha seguito anche Jannick Sinner, che ha scoperto proprio lei nel 2013.

«Mai visto uno così. Me lo segnalaron­o e andai a vederlo. Ma non gli si deve rompere le scatole per un paio di anni, si sta formando».

Al Ctv si è portato Cecchinato e aspetta Seppi. Anche Cecchinato è un ritorno alle origini, giusto?

«Sì, l’ho allenato da ragazzino, lui mi ha chiesto di tornare a seguirlo. Gli ho detto sì, a una condizione: che si stabilisse a Vicenza».

Dieci mesi fa «Ceck» era 16 del mondo e semifinali­sta al Roland Garros, poi il buio. Qual è la «cura Sartori» in questi casi?

«Marco si è un po’ adagiato. Gli servono regole e giusta programmaz­ione. Lo voglio riportare tra i primi 50 in Atp, come minimo».

Seppi a 36 anni è ancora in top-100: una certezza...

«Andreas giocherà altri due-tre anni. Ora però gli ho detto che è meglio che stia in Colorado, ha un bel ranch fuori dal centro abitato, è più tranquillo se si allena lì. A emergenza finita verrà qui anche lui, a Vicenza».

Vuole riportare i riflettori tennistici sul Veneto?

«Il Veneto è la mia patria. Ho avuto una carriera splendida con Seppi, maturando esperienza internazio­nale e rapporti. Adesso vorrei mettere tutto questo al servizio della mia terra».

Il Veneto ha oltre trentamila tesserati e un centro tecnico federale a Vicenza che funge da scuola ma non ha giocatori di alto livello. Che cosa manca?

«Qui ci sono tradizione e circoli che lavorano bene, su tutti quelli padovani come il Plebiscito e il Tc Padova, ma anche Treviso e Vicenza. Verona, per decenni nostro faro, invece ha perso un po’ di smalto. Tanti maestri sono miei amici, serve più collaboraz­ione. E poi va allargato il bacino di lavoro, il Veneto deve diventare attrattore anche per maestri e giocatori che vengono da fuori».

Sartori, è dai tempi di Renzo Furlan, numero 19 Atp nel 1996, che manca un grande tennista. Si può creare un giocatore o tutto dipende solo dal talento?

«Si può creare. Seppi è emerso quando a Caldaro c’era una struttura di livello. E’ vero, in Veneto dopo Furlan nessuno è riuscito a imporsi a livelli importanti. Io voglio costruire nuovi giocatori con il lavoro dei maestri».

Un movimento da rilanciare «Il tennis in Veneto non riesce più a scoprire campioni dopo Furlan: i circoli lavorano bene ma bisogna allargare il bacino di attrazione»

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San Candido, è attualment­e numero 73 al mondo nel ranking Atp: è considerat­o uno dei «big» del futuro
Talento Jannick 18 anni, Sinner, altoatesin­o di San Candido, è attualment­e numero 73 al mondo nel ranking Atp: è considerat­o uno dei «big» del futuro

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