Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Anna, Benedetta, Rita il grazie dei nostri lettori «Profession­isti speciali»

Oltre cinquecent­o positivi, compreso il primario Covid Schiavonia: arrivano le mail di sostegno e incoraggia­mento

- Roberto Polese

Li conosciamo troppo per lasciarci andare a smancerie, o troppo poco per cedere alla confidenza. Eppure oggi il grazie più grande va a dottori, infermieri, operatori sanitari e tecnici che stanno combattend­o la madre di tutte le battaglie. In Veneto sono 525 i sanitari colpiti dal virus. In tanti hanno scritto in redazione per supportare Rita, primario Covid a Schiavonia, l’ultima ad ammalarsi, e gli altri medici che rischiano per curare i malati. Eccone alcuni: «Grazie

Grazie Grazie, non esiste nessun discorso che possa esprimere gratitudin­e adeguata, a voi e a tutte le persone che si prestano per garantire i servizi essenziali» scrive Maurizio. Martina Z. si rivolge a due dottoresse: «Di medici che stanno dando tutto ne conosco almeno due. Due donne dal piglio deciso, dal sorriso che non si cancella. Neppure in questo momento, lavorano (lottano) senza pose da eroine. Però lo sono. Con ognuno dei loro pazienti, perché l’altra “prima linea” è quella dei medici di medicina generale. E allora grazie Anna Carraro e Benedetta Disarò».

Scatenati gli amici del Petrarca Rugby dove gioca il figlio della dottoressa Rita Marchi, che hanno colto la palla (ovale) al balzo. Cristina e Sergio, amici del Petrarca Rugby: «Cara Rita, Forza! Tu ci hai sostenuto in un nostro momento difficile condividen­do con noi paure e gioie. Siamo una squadra e sappiamo cos’è il sostegno. Vai Rita, siamo tutti al tuo fianco». Michele D. si fa aiutare dal papà e scrive: «Ciao Rita ricordati che noi ci saremo sempre e non ti abbandoner­emo mai!! Ti voglio bene». Auguri anche da Verona: «Seguiamo con trepidazio­ne, affetto e orgoglio, il tuo impegno nella casa di riposo di Lazise. Grazie a tutti coloro che, come te, si stanno sacrifican­do per aiutare il prossimo. Nonno Tullio». E poi ancora rugby: «Mi dispiace molto! Spero che ti riprendera­i prestissim­o e che possiamo tutti rivederci come sempre ai campi, adesso la meta più bella devi farla tu!!!» scrive un giovanissi­mo che si fa chiamare Iceman. Il suo amico Mazzu non è da meno e mette tutto in stampatell­o: «Grinta rita, forza, metticela tutta!!! a tuo figlio ci penso io...gli sono vicino tutti i giorni». E ancora «Rita, tu sei sempre stata per noi in prima linea nel fare il tifo a bordo campo e nel soccorrerc­i quando ci facevamo male. Ora tocca a noi essere in prima linea e noi facciamo il tifo per te» scrive un altro compagno di squadra del figlio di Rita. E ancora il dolcissimo Federico: «Ringrazio infinitame­nte per l’attenzione che avete nei confronti di questa donna SPECIALE. Spero che guarisca velocement­e». Commovente Alina: «Tra tutti gli angeli custodi, che in silenzio combattono un nemico infido e invisibile,sei quella che mai si è arresa e sempre ci ha dato forza e speranza! Ora combatti per te stessa, noi siamo lì con te!»

Giulio, ancora dal campo: «Ciao Rita,ricordati che noi rugbisti non ci abbatte niente e nessuno». «Riprenditi velocement­e perché abbiamo bisogno di te», scrive Marcello Wayan Rizzo.

La «Family Grillo» è una carica di forza: «Ciao Rita adesso è il momento di tifare per te, vogliamo dirti “Avanti tutta”, come sempre, e presto sarai di nuovo a casa». Lo stesso affetto arriva da Giovanni Artuso con il suo #forzaneri! e dalla famiglia Voltan: «Cara Amica, tu sei una Guerriera, hai sempre combattuto e lo farai anche oggi più che mai. Ritornerai più forte e determinat­a e faremo festa grande al Petrarca». Li seguono a ruota i Tezzon: «Guarisci presto e che la forza di tutto il Petrarca rugby junior sia con voi». E chiude Samuel: «Cara Rita grazie per tutto quello che hai fatto, grazie a tutti voi medici, infermieri, tutti coloro che sono in “trincea” per aiutare tutti noi».

Cara amica guerriera, tornerai più forte e determinat­a e faremo festa grande al Petrarca

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Il saluto dalla prima linea I profession­isti impegnati nell’emergenza coronaviru­s

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