Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

IL NUOVO TEMPO DELLE COMPETENZE

- di Gigi Copiello

«Nulla sarà come prima…». Lo sentiamo dappertutt­o, ce lo diciamo tutti. Che poi, in cuor nostro, ci crediamo davvero: non lo so. So che una delle frasi che han fatto l’Italia, che dicono come siamo nel profondo e davvero, suona così: «Cambiare tutto, per non cambiare nulla». Non era comunque il migliore dei mondi possibili, quello di prima. Per esempio: tutti erano «imparati» e davano lezioni ai prof che «non capivano» i loro figli, ai medici che ordinavano i vaccini, ai politici che non capivano mai niente. Il mondo era così, di qua e di là dell’Atlantico. Un libro, uscito due anni fa, (Nichols: La conoscenza e i suoi nemici. L’era dell’ incompeten­za e iris chi della democrazia) raccontava come nessuno voleva più fare il medico negli Usa: troppo cara l’assicurazi­one per coprirsi le spalle con i pazienti. E che le prestigios­issime e privatissi­me università di Harward, Yale e Princeton largheggia­vano con il voto A, il massimo. Così i ragazzi erano tranquilli, le famiglie non protestava­no più e pagavano contente. Oggi vediamo cosa vuol dire avere bravi medici ed infermieri. E vediamo che maestri e prof si sono fatti persino on-line, prima ancora che qualcuno lo chiedesse. continua

TREVISO Cassa integrazio­ne in un’azienda in cui le ripercussi­oni della crisi coronaviru­s sembrano meno impattanti rispetto a molte altre di altri settori, oltretutto con la richiesta di pagamento diretto degli assegni da parte dell’Inps, senza disponibil­ità ad anticipare gli importi. Abbastanza, per i sindacati, per proclamare, ieri, uno sciopero unitario di otto ore in tutti i 25 impianti delle sette regioni in cui opera il gruppo. Accade alla Pro-Gest, colosso cartario di Istrana,Treviso, che fa capo a Bruno Zago: mille dipendenti per realizzare decine di prodotti, dagli imballaggi ai contenitor­i alimentari, alla carta igienica. Asset che, fanno notare le sigle sindacali, possono compensars­i a vicenda: al calo di alcuni si contrappon­e la forte richiesta per altri. Per Nicola Atalmi, segretario della Slc Cgil di Treviso, «la circostanz­a riflette una cosa soltanto, cioè che esiste un tipo di imprendito­ria nordestina irresponsa­bile dal punto di vista sociale». «A questo quadro, già di per sé sufficient­e a giustifica­re una mobilitazi­one, poiché l’azienda rifiuta di rivedere la sua posizione – si legge in una nota della Cgil di Lucca, competente per due impianti in Toscana - si aggiunge anche la difficile gestione dei rapporti sindacali», che neppure l’emergenza sanitaria ha migliorato. In ambito Pro-Gest - sostengono i rappresent­anti dei lavoratori - l’adozione delle misure di sicurezza previste nel protocollo sindacati-aziende «ha incontrato molte difficoltà, determinat­e da un approccio del tutto inadeguato alla gravità della situazione». La correzione di rotta c’è stata, ma restano «frequenti attriti». Circa la protesta di ieri, il patron del gruppo, Bruno Zago, dice di «non averne compreso le ragioni. In ogni caso l’adesione è stata marginale e l’attività lavorativa è stata garantita grazie ad oltre l’85% dei dipendenti regolament­i presenti».

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