Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Giunta: «Verso Tokyo è lunga ma Fede c’è»

Il coach Giunta: Tokyo? Un anno pesa ma non andremo certo a fare solo una passerella

- Barana

«Come un lungo viaggio: va preso con leggerezza. Ma Federica alle Olimpiadi 2021 non andrà per partecipar­e e basta». Parola di Matteo Giunta, il coach che la allena e la segue dal 2014.

Sul filo dell’ironia. Con levità. Perché aiuta e «leggerezza» è la parola chiave per Federica Pellegrini in questo finale di carriera. Parola di Matteo Giunta, 34 anni, dal 2014 allenatore di Fede al Centro tecnico federale di Verona. E con ironia e una punta di fatalismo, la Divina ha reagito al rinvio delle Olimpiadi nel 2021: «Mi ha detto scherzando “qui ce la mettono tutta per non farmi smettere”. Ma ce l’aspettavam­o”.

Nessuna frustrazio­ne quindi?

«No, è giusto così. Con quello che sta accadendo nel mondo e pensando al personale sanitario negli ospedali, non ha senso essere tristi per le cose di sport».

Sul piano tecnico invece?

«Anche se si risolvesse la pandemia prima di luglio non sarebbe stato giusto disputare i Giochi. Ci sono Paesi che tutt’ora fanno allenare i loro atleti, altri come il nostro che tiene tutti fermi. Saremmo arrivati a Tokyo con preparazio­ni molto diverse».

Dal 23 marzo in effetti sono in quarantena anche gli atleti di interesse nazionale: può essere un problema?

«Per ora no. Fino al 21 marzo ci siamo allenati, poi avevo comunque in programma due settimane di stop. E’ chiaro, spero che dopo il 13 aprile possiamo tornare in vasca. Anche perché il nuoto non è uno sport come gli altri: se l’atleta si ferma per più di un mese perde la sensibilit­à all’acqua e poi occorre molto tempo per riprendere il giusto contatto. Sulla chiusura totale secondo si sarebbe dovuto valutare caso per caso: noi qui al Centro federale nell’ultimo periodo eravamo al massimo in cinque».

Nel 2021 Federica avrà 33 anni: può influire?

«Le può togliere qualcosa, come nel frattempo possono maturare sul piano atletico avversarie oggi acerbe. Ma la vera preoccupaz­ione era che fosse accolta l’ipotesi di rinvio al 2022. Due anni per lei sarebbero stati troppi».

Un anno invece si può sopportare...

«Intendiamo­ci, Fede ha ancora voglia di nuotare e ama questo sport, se potesse non smetterebb­e mai. Ma, a quasi 32 anni, come donna vuole cominciare a costruirsi altri percorsi di vita fuori dalla vasca. Io con Federica uso spesso una metafora...»

Racconti...

«A inizio 2019, quando abbiamo iniziato il biennio di preparazio­ne in vista di Tokyo, ci siamo detti: “E’ come un viaggio di due anni, da godere senza troppe pressioni”. L’anno scorso questa freschezza psicologic­a ha portato Federica a vincere il Mondiale, risultato sopra le nostre aspettativ­e. Adesso dobbiamo solo allungare questo viaggio di un anno. Certo, occorrerà riorganizz­arsi e ripensare ad alcune cose».

Cambia la preparazio­ne?

«Federica era in forma smagliante e quest’anno sarebbe arrivata ai Giochi sull’onda emotiva dell’ultimo Mondiale. Adesso questo equilibrio si è un po’ rotto, servirà ripartire con più tranquilli­tà. Con un anno in più davanti andrà gestita, non dovremo avere fretta, sarebbe controprod­ucente».

Obiettivo il podio?

«Oggi, sui 200, Federica se la gioca con tutte. Con le Olimpiadi quest’estate avrei detto che l’idea era conquistar­e la finale e poi il podio. Nel 2021 bisognerà vedere come arriviamo all’appuntamen­to e le avversarie. Una certezza però ce l’ho...».

Quale?

«Federica non andrà alle Olimpiadi per fare la passerella o partecipar­e. Lei non si accontenta mai».

Il nuovo lavoro

Il nostro è uno sport molto particolar­e, ora bisognerà gestirsi e non avere mai troppa fretta

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Allenatore Matteo Giunta, 34 anni, coach di Federica Pellegrini dal 2014

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