Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Due morti sospette in centri padovani la Procura indaga
PADOVA È stato aperto, a Padova, il primo fascicolo su due decessi avvenuti nelle scorse settimane in una casa di riposo dell’istituto Configliachi, che gestisce una struttura in via Sette Martiri a Chiesanuova e Casa Breda a Ponte di Brenta. L’indagine è agli esordi: si tratta di un «modello 45», senza ipotesi di reato né persone indagate. Le famiglie che hanno redatto l’esposto finito sul tavolo del procuratore aggiunto di Padova, Valeria Sanzari, fanno riferimento a possibili omissioni nelle cure e nell’adozione di dispositivi di sicurezza da parte della direzione.
L’esposto-denuncia, che ha dato l’input a un’approfondita indagine che sarà sviluppata nei prossimi giorni, è solo il primo anello di una lunga catena dagli esiti incerti. Al momento, la situazione nelle due strutture gestite dall’Ipab Configliachi è molto meno critica rispetto a quella di tante altre realtà simili del Padovano. Proprio ieri sono stati fatti i tamponi al personale: un operatore e tre ospiti risultati positivi sono stati immediatamente isolati. «Fino a domenica – spiega la direttrice generale, Silvia Favero – i 441 ospiti divisi tra via Sette Martiri e Breda erano tutti negativi; da domenica in poi abbiamo avuto un operatore con sintomi e abbiamo scoperto tre anziani positivi. Abbiamo 310 operatori che lavorano nelle due case di riposo; appena è scoppiata la pandemia abbiamo chiuso tutto e abbiamo impedito ogni contatto esterno con le famiglie. Non conosco i dettagli degli esposti».
I due decessi avvenuti all’interno della casa di riposo non sarebbero stati catalogati come decessi Covid19: proprio questo aspetto è messo sotto accusa da parte delle famiglie, che ritengono ci sia stata poca chiarezza da parte della direzione nella gestione degli anziani. Le indagini dovranno accertare, innanzitutto, se il virus sia stato all’origine della morte dei due ospiti. Non fosse così, si tratterebbe comunque di stabilire se alle due vittime siano state prestate tutte le cure del caso. Se, invece, i decessi fossero dovuti a coronavirus, si aprirebbe uno scenario molto preoccupante: vorrebbe dire che qualcosa è sfuggito nella diagnosi e nelle risposte di sicurezza messe in campo. «Non abbiamo rilevato particolari criticità in quelle due case di riposo – evidenza Manuela De Paolis, delegata di Cgil Funzione pubblica –. Il problema è che le famiglie sono state tenute lontane dagli anziani, ma tutti hanno continuato a vedere i loro congiunti attraverso i tablet messi a disposizione dal Configliachi; evidentemente qualcuno ritiene che non sia stata detta loro tutta la verità in merito ai due decessi».
Nota conclusiva. Le indagini padovane sulle due morti potrebbero trovare un «ostacolo» in un emendamento al decreto «Cura Italia», che prevede la non punibilità anche per i vertici sanitari, oltre a medici e infermieri, se non nei casi di dolo o colpa grave. Una sorta di scudo, che eviterebbe ai vertici delle strutture socio-sanitare di finire indagati o di essere riconosciuti come responsabili civili nelle cause intentate da famiglie o sindacati, in questo caso per danni patiti appunto dal personale medico. Va anche detto come, dopo le forti proteste di medici e operatori sanitari, Salvini (della Lega il testo contestato) già da tre giorni abbia annunciato il ritiro.