Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bisogna ripartire dalle competenze

- Gigi Copiello

Ma non basta dire: «bene, bravi, grazie». Bisognereb­be, se nulla sarà come prima, che la finissimo di fare parti uguali tra diseguali. Che posti e soldi andassero innanzitut­to e per lo più a chi ha competenze. Che, fatto salvo un robusto pavimento per tutti, funzionass­ero davvero gli ascensori sociali. Bisognereb­be riprendere in mano contratti e leggi, salari e fisco. Mica poco, ma allora sì che nulla sarà come prima. La cosa poi non riguarda solo le sponde dell’Atlantico o del Mediterran­eo. Riguarda anche le terre tra Mincio e Tagliament­o, il Veneto. Dove, se ce la caveremo meglio di altri, è forse anche perché abbiamo più competenze che in Lombardia tra i medici di base e negli ospedali pubblici. Ma dal Veneto abbiamo anche una fuga imponente di giovani diplomati e laureati, cioè delle migliori competenze. E dove, poi, sappiamo per filo e per segno quanti posti di lavoro abbiamo, creiamo o perdiamo, a tempo indetermin­ato o determinat­o, full o part time, divisi per età, anzianità, territorio e settore. Ma, per parlare di competenze, dobbiamo affidarci alle stime di

Excelsior che ci segnalano solo quelle che mancano. Abbiamo così appreso che non mancano solo le competenze speciali e specialiss­ime. Ma stanno mancando anche le competenze medie. Per esempio: non solo le competenze dello stampista specializz­ato, ma anche del tornitore qualificat­o. Non era, non è, il migliore dei mondi possibili. E infatti l’Emilia Romagna ci aveva portato via il secondo posto nelle esportazio­ni, assieme ad una bella quota di nostri laureati. Come si vede, non andava già bene. Non era il migliore dei mondi possibili. Ma perché non sia «la fine del mondo», sarebbe il caso di cambiare direzione e marcia. In questa emergenza abbiamo scoperto quanto valgano le competenze. Siccome anche dopo sarà emergenza, teniamo bene a mente la parola «competenze». E quando conoscerem­o, riconoscer­emo e ripagherem­o le competenze, se non sarà un altro mondo, sarà almeno un’altro Veneto e un’altra Italia.

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