Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

FORDISMO DI RITORNO

- Di Giovanni Costa

Il fordismo era dato per morto, sepolto dalle piccole imprese dei distretti, dalle reti di artigiani, dall’automazion­e e dall’intelligen­za artificial­e. La pandemia ce lo ha fatto ritrovare più pervasivo che mai nei servizi alle persone dove si ripropone con alcuni dei tratti che furono della manifattur­a della seconda rivoluzion­e industrial­e: la grande dimensione, le economie di scala, la standardiz­zazione dei processi e dei comportame­nti, la disumanizz­azione del lavoro. Mega ospedali, enormi residenze per anziani, mastodonti­che navi da crociera, super affollati eventi di massa sono anche i luoghi che più rapidament­e si sono trasformat­i in focolai di contagio dimostrand­o una peculiare rigidità a capire la nuova situazione e adattarsi. In particolar­e, le residenze per anziani sono venute meno al proprio ruolo a causa della loro «specializz­azione». Non riusciremo certo a dare un senso all’allungamen­to della vita delle persone se confinerem­o la parte matura dell’esistenza di molte di loro entro quelle che Erving Goffman ha definito «istituzion­i totali». Che non hanno nemmeno garantito che l’allontanam­ento e l’esclusione dal resto della società preservass­e dal contagio i soggetti «istituzion­alizzati».

Mentre, a contagio avvenuto, a causa dell’organizzaz­ione formale e centralizz­ata che governa i loro processi interni si sono rivelate incapaci (con lodevoli eccezioni) di cogliere le peculiarit­à dell’epidemia e si sono trasformat­e in veicoli di contaminaz­ione interna ed esterna. Al di là di questa contingenz­a, e probabilme­nte grazie ad essa, è maturata una diffusa consapevol­ezza che queste strutture vanno ripensate. Gli effetti indesidera­ti della concentraz­ione degli anziani in luoghi «specializz­ati» secondo la logica tipicament­e fordista erano già noti prima che fossero portati alla ribalta non solo o non tanto come fonte del contagio, quanto per le terribili storie di solitudine, di deserto di sentimenti e di umanità che sono emerse. Bisognerà creare le condizioni per lasciare queste persone quanto più possibile (ma non sempre lo è) nei loro ambienti, valorizzan­do il vero volontaria­to e le reti sociali di protezione, attivandon­e anche di nuove su base profession­ale in grado di garantire la «home delivery» di servizi sanitari e alberghier­i. Questo settore potrebbe rivelarsi fonte di nuova occupazion­e qualificat­a e di riqualific­azione di quella già esistente (badanti e vari ausiliari) attraverso una nuova organizzaz­ione del welfare e delle relative assicurazi­oni sia pubbliche sia private. Una certa ridondanza di risorse, insita nelle forme territoria­lmente diffuse di cura e assistenza, si contrappon­e all’efficienza parossisti­ca delle organizzaz­ioni centralizz­ate ma potrebbe alla fine rivelarsi più convenient­e, anche sotto il profilo economico. Ce lo insegnano i costi stratosfer­ici della pandemia. Pandemia che lascerà spazio a un ridisegno post-fordista di molte altre attività terziarie: turismo, trasporti, informazio­ne, sport, cinema e tv e così via. In questo periodo c’è stata una spettacola­re accelerazi­one dei processi digitali e dell’apprendime­nto delle competenze personali

” Problemi Gli effetti negativi della concentraz­ione di anziani secondo la logica fordista erano già noti

necessarie per dominarli e apprezzarl­i. Ciò renderà la trasformaz­ione più facile e irreversib­ile. La sincronizz­azione dei tempi tipica della fabbrica fordista è sopravviss­uta nei servizi e talora proposta come manifestaz­ione di modernità. Le misure di contenimen­to del contagio richiedono invece di distribuir­e le persone e le attività nel tempo e nello spazio in modo da evitare concentraz­ioni nei trasporti, negli uffici, nei supermerca­ti e così via. In modo da usare in modo più efficiente le infrastrut­ture eliminando le disfunzion­alità dell’accentrame­nto spaziale, temporale e organizzat­ivo. In quanto ai misfatti dell’accentrame­nto organizzat­ivo, si pensi alla questione delle mascherine, un prodotto semplice che deve rispondere a standard ugualmente semplici e facilmente adottabili. A più di due mesi dal manifestar­si delle difficoltà di approvvigi­onamento si discute ancora di standard e di prezzi. L’accentrame­nto degli acquisti, con le procedure che regolano le gare, ispirato alla logica fordista delle economie di scala e del controllo si è rivelato il problema e non la soluzione. E la magistratu­ra ha cominciato a indagare.

Soluzioni

Bisognerà creare le condizioni per lasciare queste persone quanto più possibile nei loro ambienti

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